Roma, i familiari di Santiago Maldonado tornano in Argentina dopo aver visto il Papa: «Chiediamo indagini indipendenti»

Roma, i familiari di Santiago Maldonado tornano in Argentina dopo aver visto il Papa: «Chiediamo indagini indipendenti»
di Franca Giansoldati
2 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Dicembre 2017, 18:36 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 09:12
Città del Vaticano L’appello è stato lanciato prima di riprendere la via di casa e tornare a Buenos Aires. «Chiediamo una investigazione imparziale. Purtroppo in Argentina il Ministero della Giustizia non può di certo fare indagini in modo imparziali, visto che coloro che investigano sono gli stessi che hanno coperto e diffuso ‘fake news’ sulla morte di mio fratello». I familiari di Santiago Maldonado lasciano Roma dopo la conferenza affollatissima alla Nuvola ospitata domenica a «Più libri, più liberi», e dopo l’udienza con Papa Francesco avvenuta alcuni giorni fa.

Sergio Maldonado, la mamma e la compagna dell'attivista ucciso, sono ripartiti per l’Argentina, certi di avere avuto l’opportunità di evidenziare davanti alla stampa internazionale il bisogno «di giustizia» che questo caso necessita. Un caso emblematico e ingombrante che fa riaffiorare i fantasmi del passato, dei desaparecidos, visto che la dinamica della sparizione del ragazzo, un attivista che si batteva contro il piano governativo di confisca delle immense terre in Patagonia dove vive una tribù osteggiata (i Mapuche), ricorda tanto la dinamica ben conosciuta in altri tempi, durante la dittatura.

«La gendarmeria ha fatto sparire Santiago. La sequenza di quello che è accaduto il 31 luglio è piuttosto chiara, c’erano diversi testimoni. I gendarmi per interrompere una manifestazione a favore dei Mapucho hanno iniziato a sparare pallottole di gomma, e mio fratello, che si trovava quasi in fondo a una fila di persone che scappavano, si era costituito. Lo hanno visto tutti entrare nella camionetta e poi più nulla. Nei giorni successivi ci siamo mossi per chiedere,per avere informazioni, ma ci dicevano che non ne sapevano nulla. Poi dopo circa due mesi hanno ritrovato il corpo in un fiume. La sequenza dei fatti ricorda metodi di un tempo che si pensava sepolto. Ecco perché chiediamo giustizia».

Giustizia è una parola che Sergio Maldonado ripeterà più e più volte. La ha ripetuta anche a Papa Francesco durante l'udienza privata con la mamma e la compagna dell’attivista argentino ucciso. Prima di ritornare a casa i famigliari del ragazzo scomparso hanno espresso rammarico e dispiacere nel vedere il  nome di Santiago accostato a quello che è accaduto a Roma nei giorni scorsi, quando un gruppo di anarchici definitosi «cellula Santiago Maldonado» ha rivendicato l’attentato alla caserma dei Carabinieri a San Giovanni (una bomba carta esplosa senza fare fortunatamente danni). «Non sappiamo chi abbia pensato questo e perché hanno utilizzato il nome di Santiago, ma vorremmo tanto saperlo perché un senso ce lo deve pure avere».
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA