«A me non piaccono i lecca-calze». Il concetto era risultato chiaro. Stamattina è tornato sull’argomento alzando un po’ il tiro sull’orizzonte. «L’ipocrita è come il diavolo: un uccisore che inganna la comunità». Insomma, una specie di killer dai guanti di velluto. Nell’omelia a Santa Marta ha ripercorso alcuni passaggi evangelici che, teoricamente, imporrebbero ai cristiani di essere sempre lineari con gesti, comportamenti e parole. Per farla breve: coerenti. Gesù insegna, infatti, che il linguaggio dei cristiani deve essere veritiero.
«Un cristiano non può essere ipocrita. Ipocriti lo sono i dottori della legge», ha spiegato aggiungendo che questi «parlano, giudicano», ma pensano un’altra cosa. Questa è l’ipocrisia, ha dunque denunciato rammentando «che il linguaggio dell’ipocrisia è il linguaggio dell’inganno, è lo stesso linguaggio del serpente a Eva, è lo stesso». Si comincia con l’adulazione per poi distruggere le persone, ha continuato Francesco, confessando che questo cattivo modo di fare «strappa la personalità e l’anima di una persona. Uccide le comunità. Quando ci sono ipocriti in una comunità c’è un pericolo grande lì, c’è un pericolo molto brutto».
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