"Il Dicastero - scrive Bergoglio - promuove lo sviluppo umano integrale alla luce del Vangelo e nel solco della dottrina sociale della Chiesa. A tal fine, esso intrattiene relazioni con le Conferenze Episcopali, offrendo la sua collaborazione affinche’ siano promossi i valori concernenti la giustizia, la pace, nonche’ la
cura del creato. Il Dicastero esprime pure la sollecitudine verso l’umanita’ sofferente, tra cui i bisognosi, i malati e gli esclusi, e segue con la dovuta attenzione le questioni attinenti alle necessita’ di quanti sono costretti ad abbandonare la propria patria o ne sono privi, gli emarginati, le vittime dei conflitti armati e delle
catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime
delle forme contemporanee di schiavitu’ e di tortura e le altre
persone la cui dignita’ e’ a rischio". Infine "sara’
particolarmente competente nelle questioni che riguardano le
migrazioni, i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli
emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi
naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque
forma di schiavitu’ e di tortura".
Il nuovo organismo sarà operativo a partire dal prossimo primo gennaio. Nel paragrafo 4 del primo articolo dello statuto del dicastero è precisata l’inedita competenza papale sul settore dei migranti, che non ha precedenti: «Una Sezione del dicastero si occupa specificamente di quanto concerne i profughi e migranti. Questa sezione è posta ad tempus sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni».
Il nuovo dicastero, si legge nello statuto, «assume la sollecitudine della Santa Sede per quanto riguarda la giustizia e la pace, incluse le questioni relative alle migrazioni, la salute, le opere di carità e la cura del creato». E «promuove lo sviluppo umano integrale alla luce del Vangelo e nel solco della dottrina sociale della Chiesa».
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