Secondo Bergoglio esistono tre "medicine" che "guariscono dal peccato: la preghiera, la carità e il digiuno”. La preghiera "significa dire: "non sono autosufficiente, ho bisogno di Te, Tu sei la mia vita e la mia salvezza", la carità non è "dare qualcosa in modo paternalistico per acquietarsi la coscienza, ma accettare chi ha bisogno del nostro tempo, della nostra amicizia, del nostro aiuto", e il digiuno, serve a "liberarci dalle dipendenze nei confronti di quello che passa e allenarci a essere più sensibili e misericordiosi. E' un invito alla semplicità e alla condivisione: togliere qualcosa dalla nostra tavola e dai nostri beni per ritrovare il bene vero della libertà".
Il Papa ha inviato i 1142 "missionari della misericordia" in tutto il mondo per assolvere durante il Giubileo i fedeli di tutti i peccati, compresi quelli solitamente riservati alla Santa Sede, i più gravi. Quest’anno Bergoglio non ha preso parte alla processione penitenziale all’Aventino, ha preferito restare a San Pietro dove sotto l’altare maggiore c’erano le spoglie di padre Pio di Pietrelcina e padre Leopoldo Mandic, santi confessori che Francesco ha voluto come testimoni dell'anno santo.
Il Papa si è rivolto ai 726 "missionari della misericordia" presenti a Roma, e invitandoli ad "aiutare ad aprire le porte dei cuori, a superare la vergogna, a non fuggire dalla luce. Che le vostre mani benedicano e risollevino i fratelli e le sorelle con paternità; che attraverso di voi lo sguardo e le mani del Padre si posino sui figli e ne curino le ferite!".
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