Se i commercianti protestano perché temono che il fast-food stravolga definitivamente i connotati del tradizionale del rione, i cardinali brontolano perché hanno dovuto sborsare di tasca propria parte delle spese previste per i lavori di adeguamento del palazzo, compreso quelli per una grande canna fumaria. Gli inquilini - tra cui Versaldi, Ravasi, Agustoni, Lanza di Montezemolo, Castrillon Hoyos e Monteiro de Castro - tempo fa avevano inoltrato una lettera all'Apsa ma senza ottenere risposte.
Intanto - informa l'Ansa - il Vaticano ha stabilito un canone d'affitto per il locale di 538 metri quadri, di svariate decine di migliaia euro mensili. Allo stato attuale, tra l’altro, l’edificazione della canna fumaria rappresenterebbe un ipotetico abuso edilizio, dal momento che la normativa italiana non consente strutture di quel tipo nel rione Borgo Pio e l’immobile, anche se di proprietà vaticana, non gode dell’extraterritorialità. Insomma, l’Apsa incassa (l’affitto) e i cardinali pagano.
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