Marciante invita poi a riflettere sulle conseguenze. «La gente ha perso fiducia nelle istituzioni e quando si perde la fiducia nelle istituzioni è grave. C’è disorientamento. Di chi ci dobbiamo fidare? Questa è la grande domanda che ogni cittadino si pone. Perché abbiamo provato di tutto, tutte le combinazioni politiche, di tutti i colori, di tutti gli schieramenti, ma pare che la corruzione sia un tarlo che corrode continuamente le istituzioni». Naturalmente il vescovo Marciante non ha una ricetta. Insiste soprattutto sull’etica e la buona politica. «C’è da rifare la politica e soprattutto c’è da rifare gli uomini. E allora ci vuole una riscossa morale, direi a tutti i livelli, dalle istituzioni possiamo dire più vicine al cittadino, i municipi, ma direi non soltanto a livello istituzionale, anche a livello relazionale: c’è un bisogno di riscoperta di valori fondanti, anche lo stare insieme, il bene comune». Quanto alla Chiesa Marciante ritiene che debba essere credibile, forte e coerente. Solo così può essere un faro per la città, «punto di coagulo di forze vive, di forze fresche, di forze nuove. Penso che ci sia bisogno di questo. Siamo stanchi di questo modo di gestire la realtà pubblica».
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