La svolta dopo una telefonata al Pontefice: «Su Gerusalemme Bergoglio è con noi»

La svolta dopo una telefonata al Pontefice: «Su Gerusalemme Bergoglio è con noi»
di Franca Giansoldati
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Lunedì 5 Febbraio 2018, 09:57
CITTÀ DEL VATICANO - Pur di non irritare Erdogan e compromettere la visita di stamattina, il Papa, da quando è iniziata l'operazione militare turca denominata ramoscello d'ulivo contro i curdi in territorio siriano, ha evitato di fare qualsiasi commento. Su quel fronte silenzio totale. Solitamente sensibile ai teatri di guerra, Francesco ha però alzato la voce per i morti in Afghanistan e, ieri all'Angelus, per le violenze in Congo e Sud Sudan.

VISITA INATTESA
La realpolitik con le sue regole impone persino al pontefice unA certa cautela. Tutto a ragion veduta considerando che stamattina Erdogan sarà il primo presidente turco da 59 anni in qua nel Palazzo Apostolico. Una visita inattesa dopo la crisi del 2015 causata dal riconoscimento vaticano del genocidio armeno.

LA TELEFONATA
L'arrivo di Erdogan al di là del Tevere è stato anticipato da una telefonata. Prima di Natale aveva preso il telefono per congratularsi con Francesco per essersi schierato contro la decisione di Trump di spostare a Gerusalemme l'ambasciata Usa.

Persino il giorno di Natale, Francesco aveva chiesto il rispetto dello status quo della città «in conformità alle Risoluzioni Onu». Parole che avevano avuto una grande eco nel mondo islamico ed erano state al centro di immediate riflessioni ad Ankara. «Il Papa sta con noi». Il noi è riferito, ha spiegato ieri Erdogan, a un miliardo 700 milioni di musulmani. Da qui la telefonata al Papa per chiedere udienza.
Per il Sultano è un rientro in grande stile nella diplomazia d'Occidente dopo la tensione per le misure restrittive del suo governo. Temi spinosi sui quali il Papa ha preferito non intervenire.

L'ORIZZONTE COMUNE
Stamattina quando saranno uno davanti all'altro capiranno se l'orizzonte comune include davvero punti di contatto su Gerusalemme, oppure se sussistono differenze persino su questo dossier. Erdogan punta a raccogliere adesioni tra i governi per fare di Gerusalemme Est la capitale della Palestina.
Una idea che il Papa eviterà di appoggiare anche perché in Vaticano, sin dai tempi di Paolo VI, spinge sul progetto di una città tutelata dall'Onu, internazionalmente garantita e protetta. Un sogno. Ma visto il muro contro muro generale chissà se la terza opzione non riesca a prendere quota.
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