Il vescovo non paga l'Imu per protesta e scrive a Renzi

Il vescovo non paga l'Imu per protesta e scrive a Renzi
di Franca Giansoldati
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Giovedì 26 Maggio 2016, 12:56 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 09:03
CITTA' DEL VATICANO - Il vescovo di Ferrara, dopo avere scritto una lettera al premier Renzi per chiedergli di trovare una soluzione alla ingarbugliata questione delle scuole cattoliche presenti nella sua diocesi, ha optato per la linea dura. Non pagare nemmeno un euro. Almeno per ora. Se le 25 scuole cattoliche ferraresi dovessero sborsare i 100 mila euro richiesti per gli arretrati dell'Imu, dal 2010 ad oggi, chiuderebbero i battenti domani. Si tratta di 25 istituti frequentati da 1600 alunni (asili e elementari e medie inferiori), appartenenti a famiglie non particolarmente abbienti. In questi mesi si sono susseguite polemiche a non finire fino a che la vicenda non è finita in tribunale. La curia di monsignor Luigi Negri ha più volte pubblicamente affermato di essere nel giusto e controbatte a suon di ricorsi. «La cosa incredibile è che se le nostre scuole chiudessero, quello che starà peggio non sarà l'arcivescovo di Ferrara, ma il Comune che si troverà 1.640 bambini a cui non so cosa potrà dare. Forse una porzione di Nutella». La richiesta di pagamento degli arretrati della tassa sugli immobili prosciugherebbe le casse delle scuole.

La “stangata” aveva monsignor Negri a scrivere una lunga lettera direttamente a Renzi. A sostegno del vescovo c'è anche il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani. Entrambi sono d’accordo a ritenere necessario a «rivedere la normativa che impone il pagamento della quota per gli arretrati della vecchia Ici risalenti al 2010», e ribadendo la necessità di «garantire la sopravvivenza di queste scuole tanto necessarie alla nostra comunità».

Il problema è sorto con la “sentenza di Livorno” pronunciata a luglio dalla Cassazione che ha stabilito che le scuole paritarie sono tenute a pagare la tassa sugli immobili perché devono essere considerate come imprese private a fine di lucro. Una sentenza «creativa che ha bloccato tutto il Paese. Io non ci sto e voglio che il governo dica qualcosa”. 
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