Giubileo, oggi una veglia dedicata a raccogliere le lacrime del mondo

Giubileo, oggi una veglia dedicata a raccogliere le lacrime del mondo
di Franca Giansoldati
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Giovedì 5 Maggio 2016, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 22:26

Città del Vaticano Una giornata per asciugare tutte le lacrime del mondo. A fianco di Papa Bergoglio, stasera, in piazza san Pietro, ci saranno idealmente tutti coloro che soffrono o che hanno particolarmente sofferto. Ci saranno anche una famiglia toccata dal dramma del suicidio di 
un figlio; un giornalista cattolico pakistano costretto a scappare in Italia per 
mettere al sicuro la sua famiglia; un uomo che ha provato il carcere, un sopravvissuto al genocidio in Burundi. Saranno lette testimonianze drammatiche, crude, piene di dolore. Un appuntamento che in un certo senso rappresenta il cuore di un Anno Santo Straordinario pensato per riportare al centro della vita cristiana proprio le 
opere di misericordia corporale e spirituale, tra le quali quella di
offrire consolazione agli afflitti.

In occasione della veglia sara’ esposto 
alla venerazione dei fedeli il reliquiario della Madonna delle 
lacrime di Siracusa, legato al fenomeno prodigioso accaduto tra 
il 29 agosto e il 1 settembre del 1953, quando un quadretto di 
gesso nella casa di una giovane 
coppia di sposi, Angelo Iannuso e Antonina Giusto, si disse che versò
 lacrime umane. Il reliquiario conterrebbe parte delle lacrime scaturite miracolosamente dall’immagine della Madonna. 
Papa Francesco distribuirà come simbolo di conforto e speranza a questi testimoni, l’Agnus Dei, un 
oggetto di devozione da lui benedetto. 
E' realizzato con cera bianca in forma di un ovale, con il logo del Giubileo della Misericordia. 

A ricevere l’Agnus Dei direttamente dalle mani del Papa 
saranno 10 persone in rappresentanza di tutti coloro che 
portano sulle spalle storie umane di grande sofferenza. “Bisogna imparare a piangere, a raccogliere le lacrime, a capire la sofferenza altrui” ha detto il Papa.

Dall'inizio del suo pontificato Bergoglio ha fatto decine di riferimenti espliciti, a volte molto toccanti, alle lacrime e al pianto. Si potrebbe dire che in Francesco le lacrime siano una chiave di lettura del suo ministero. Per lui le lacrime sono umiltà, grazia, dono, anzi "più che una scienza, una saggezza". Una forma di linguaggio del cuore, privo di parole per esprimere gioia, dolore, fedeltà, amore, pentimento, consolazione, vicinanza. Lui stesso ha confessato di avere pianto a Lampedusa, visitando il centro di immigrati, in Albania ascoltando le testimonianze di chi ha patito le persecuzioni sotto il comunismo e nel Sacrario di Redipuglia, dove sono racchiuse le memorie dei caduti della prima guerra mondiale. 

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