Papa Francesco in Armenia: «ll male vi ha colpito: genocidio per aberranti motivi»

Papa Francesco in Armenia: «ll male vi ha colpito: genocidio per aberranti motivi»
di Franca Giansoldati
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Venerdì 24 Giugno 2016, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 15:24
YEREVAN (Armenia) - Genocidio. La parola che gli armeni di tutto il mondo si aspettavano di udire dal Papa al suo arrivo, a Yerevan, è stata pronunciata. Genocidio. Francesco ha improvvisato, parlando a braccio. Quella parola non c'era nel discorso preparato per l'incontro con il patriarca armeno, Karekin II, nella cattedrale di Etchmiadzin, praticamente il 'vaticano' armeno, così come non c'era nel secondo discorso della giornata, nel palazzo presidenziale davanti al presidente della repubblica Sargsyan. Francesco andando a braccio ha ricordato il genocidio programmato sotto l'impero ottomano e costato la vita a un milione e mezzo di persone. Il grande male, Metz Yegern, l'orrore, l'immane catastrofe. “Tutto accadeva mentre le grandi potenze internazionali guardavano dall'altra parte”.

Ha poi reso omaggio alla coerenza di fede di un popolo, inginocchiandosi davanti al suo martirio, anche se il termine fa infuriare i turchi, negazionisti. L'anno scorso, durante la messa di commemorazione di un milione e mezzo di vittime, durante una messa solenne a san Pietro, l'aver riconosciuto pubblicamente il primo genocidio del XX secolo, aveva causato pesanti contraccolpi da parte turca, tanto che avevano temporaneamente interrotto le relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Francesco davanti agli ambasciatori ha infine ricordato i genocidi di oggi, i massacri dei cristiani nelle zone siriane e irachene, da parte di coloro che usano le loro forze per distorcere l'uso della religione. “In particolare i cristiani, come e forse più che al tempo dei primi martiri, sono in alcuni luoghi discriminati e perseguitati per il solo fatto di professare la loro fede”.

La visita papale coincide con il 25esimo anniversario della indipendenza del Paese ed è stata l'occasione per ricordare la necessità di pace. Così ha invitato gli armeni a “individuare strade utili a superare le tensioni” con l'Azerbaijan, il paese confinante con il quale è in corso un conflitto per il Nagorno Karabakh (popolato da una enclave armena).

“Dovevo venire in Armenia per esprimere il mio affetto per il vostro popolo". Il dialogo privato con il 
presidente Sargsyan, nel palazzo presidenziale è iniziato con queste parole. Sargasyan ha 
ricordato che ricorrono i 25 anni delle relazioni diplomatiche 
tra S. Sede e Armenia dicendo: "sembrano pochi 25 anni ma sono 
successe tante cose, a cominciare dalla visita di San Giovanni 
Paolo II del 2001, compresa la messa dell'anno scorso, per le vittime del genocidio, in cui lei ha riconosciuto che è stato il primo genocidio del ventesimo secolo". Mentre si svolgeva l’incontro privato il 
segretario di Stato Pietro Parolin, in un altra sala del 
Palazzo firmava un accordo di collaborazione tra S. Sede e 
Armenia in campo filatelico.
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