Vaticano, inchiesta porta alla luce nuove violenze sui chierichetti

Vaticano, inchiesta porta alla luce nuove violenze sui chierichetti
di Franca Giansoldati
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Sabato 18 Novembre 2017, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 21:36
Città del Vaticano Il silenzio e l'omertà alla fine hanno lasciato spazio alle prime ammissioni. Sembra che le violenze sui chierichetti all'interno del Vaticano siano davvero avvenute. Ci sarebbe un nuovo e recente filone di indagini, come ha anticipato l'Ansa, condotto dalle autorità vaticane nell'ambito del preseminario San Pio X, il collegio situato a palazzo San Carlo, dentro le mura leonine, dove alloggiano i cosiddetti «chierichetti» del Papa. Tutti ragazzi minorenni.

Le rivelazioni contenute nel libro di Gianluigi Nuzzi, inizialmente smentite con forza dal Vaticano, stanno portando alla luce uno spaccato inconfessabile. Che anche a cento metri da Santa Marta si sarebbero verificate vicende di rapporti omosessuali tra i ragazzi ospiti della struttura. I risultati delle indagini, ribaltano le conclusioni di precedenti accertamenti che invece non avevano trovato riscontri per simili vicende.

Dopo la denuncia choc contenuta nel libro, si è fatta strada una verità terribile. Ad avere scoperchiato il vaso di pandora un ex seminarista polacco, Kamil Tadeusz Jarzembowski. Quest’ultimo è stato un ex studente del preseminario della Santa Sede che ha raccontato di essere stato, «testimone di atti sessuali» che avvenivano la sera nel collegio dei chierichetti del Papa che si trova nel Palazzo San Carl, a due passi da dove vive Bergoglio, e due piani sotto dove abita il cardinale Bertone.

Il Vaticano conferma che «a seguito di alcune segnalazioni, anonime e non, a partire dal 2013 furono compiute, a più riprese, delle indagini sia da parte dei superiori del Preseminario sia da parte del vescovo di Como, atteso che la Comunità degli educatori appartiene alla sua diocesi».

I fatti denunciati, prosegue la nota della Santa Sede, che risalivano agli anni precedenti e che avrebbero coinvolto alunni coetanei tra loro, alcuni dei quali non più presenti nell’Istituto al momento degli accertamenti, «non trovarono adeguata conferma. In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto». 

 
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