Usa, l'appello di Obama: «Avanti con Hillary Clinton»

Usa, l'appello di Obama: «Avanti con Hillary Clinton»
di Anna Guaita
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Martedì 8 Novembre 2016, 08:52 - Ultimo aggiornamento: 08:53
NEW YORK - Hanno chiuso la campagna rimanendo fedeli al messaggio e al tono con cui l'avevano iniziata. Donald Trump ha percorso cinque Stati in 24 ore, tenendosi accanto solo il vice, Mike Pence, ribadendo la sua visione apocalittica del Paese e rinnovando la promessa di «riportarlo alla sua passata grandezza». Aggiungendo: «Il voto sarà una Brexit all'ennesima potenza». Ha scelto di chiudere i suoi 16 mesi di campagna a Grand Rapids, con un comizio nel mezzo della notte, in un tentativo di conquistare lo Stato del Michigan, che negli ultimi sondaggi mostrava un indebolirsi del vantaggio di Hillary.

Per l'appunto il Michigan è lo Stato di Detroit e dell'industria dell'automobile, uno dei fiori all'occhiello della ripresa economica targata Obama. E difatti il presidente in persona è andato in mattinata nello stesso Stato, insieme a Hillary Clinton, a ricordare a tutti che nel 2008 centinaia di migliaia di posti di lavoro sembravano condannati, ma fu lui a salvarli, e ora «per continuare la crescita» il testimone dovrebbe passare a Hillary: «La scelta ha detto Obama - è se continuare lungo la strada del progresso o gettare tutto dalla finestra». E dopo gli ultimi sondaggi è arrivata la risposta positiva delle Borse, che evidentemente scommettono su Clinton: +2% Wall Street, bene anche Milano, la migliore d'Europa, e Tokyo.

La candidata democratica la campagna l'ha chiusa in Pennsylvania, sempre con il presidente accanto, per una celebrazione dei «valori più cari agli americani». Una grande festa era in programma a Filadelfia, nella piazza davanti alla Independence Hall, il luogo di nascita degli Stati Uniti, dove il 4 luglio del 1776 fu firmata la Dichiarazione di Indipendenza e nel 1788 fu ratificata la Costituzione. Hillary ha scelto il luogo più significativo per gli americani, per presentarsi sul palco con la musica di Bruce Springsteen, Bon Jovi e Lady Gaga, e il supporto non solo della sua famiglia, ma anche della coppia Obama, giunta al suo ultimo impegno elettorale.

LA PRESA IN GIRO
Tutti hanno notato che nell'ultima giornata Obama oggi il politico più popolare in America - è stato eccezionalmente accalorato nell'appoggiare Hillary, la cui elezione sarebbe una convalida della sua stessa presidenza, e particolarmente pungente contro Trump, che ha preso in giro per il fatto che (si dice) i suoi collaboratori gli hanno tolto l'uso del conto twitter: «Se non si fidano di lui con Twitter, gli vogliamo affidare i codici nucleari?» ha ironizzato.
La volata finale è stata frenetica per tutti e due i candidati. Trump, alla rincorsa di Stati in bilico per tentare di arrivare ai 270 voti elettorali, ha investito 4 milioni di dollari per uno spot tv di ben due minuti, che riassumeva tutte le sue prese di posizione più forti. E ha dedicato buona parte dei suoi comizi a ribadire la convinzione che Hillary Clinton sia «una criminale». Il fatto che l'Fbi abbia ufficialmente dichiarato che invece la candidata democratica non aveva commesso atti illegali nella gestione della sua mail quando era segretario di Stato, è stato letto dal candidato repubblicano come la conferma che «l'intero sistema è corrotto».

GLI ULTIMI SONDAGGI
Ma la marcia indietro del Bureau sta aiutando Hillary, almeno secondo gli ultimi sondaggi che confermavano un suo vantaggio su Trump di almeno 4 punti. Un vantaggio che non è sfuggito a Paul Ryan, speaker della Camera, che ieri mattina ha indirettamente riconosciuto la possibilità di una sconfitta alla Casa Bianca, ipotesi che però ha caldamente raccomandato - dovrebbe «spingere» gli elettori repubblicani a mobilitarsi oggi per «mantenere la maggioranza al Senato».

E Ryan potrebbe vedere esaudito il suo desiderio: quegli stessi sondaggi che ieri confermavano Hillary in ripresa, dopo il rallentamento causato dalla riapertura delle indagini dell'Fbi, davano effettivamente più probabile che il Senato rimarrà in mani repubblicane, cosa che renderebbe impossibile per una presidente Clinton di scegliere un giudice liberal per la Corte Suprema e portare avanti il suo programma di riforme sociali. Difatti già negli ultimi giorni vari analisti hanno espresso la certezza che la fine della campagna non segnerà la fine della lotta, e che la cattiveria degli ultimi mesi continuerà ad aleggiare sulla vita politica Usa. C'è già chi pensa che se Hillary verrà eletta, il partito repubblicano lancerà subito una procedura di impeachment.