Referendum, il fronte del Sì: l'arma anti-casta e la sfida all'Europa

Referendum, il fronte del Sì: l'arma anti-casta e la sfida all'Europa
di Mario Ajello
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Domenica 4 Dicembre 2016, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 22:43

Una campagna elettorale condotta come una guerra, da entrambe le parti. Non è la prima volta ma stavolta ci si poteva aspettare un minore livello di virulenza. Invece? E' bastato un endorsement di Roberto Benigni per il Sì, ed è scattata la demonizzazione da parte degli altri: «Traditore!», «Renzi ti ha pagato!».

Nell'arsenale referendario, anche in quello renziano e basti pensare all'«accozzaglia», l'insulto ha dilagato. Ma le vere armi propagandistiche sono state altre. Lo spauracchio del governo tecnico che impone tasse su tasse. E l'Io contro il resto del mondo, ovvero la personalizzazione su cui Renzi ha puntato. Mossa rischiosa da un certo punto di vista - e anche per questo gli avversari lo hanno accusato di «deriva autoritaria» - e tuttavia la reductio ad unum può risultare agli occhi dei cittadini come una forma di semplificazione in una fase in cui la politica barocca e spersonalizzata proprio non va più. La strategia del Sì è stata anche quella di sottrarre la retorica anti-casta ai grillini - «La casta vota No» - e di spingere i vari D'Alema, Camusso, Dini, Monti e gli altri avversari nella riserva indiana di «vecchia nomenclatura che vuole riciclarsi». In questa «accozzaglia», Renzi ha tenuto fuori Berlusconi, per non offendere i berlusconiani e prendersi eventualmente i loro Sì.

E ancora: la carta, o l'arma, della velocità. Giocata così: volete un processo parlamentare e decisionale ancora lungo e farraginoso o più rapido e più attrezzato a contrastare le critiche di tipo populistico che assimilano la democrazia alla lentocrazia come a accadde negli anni 20 e 30 del Novecento e quelle polemiche non produssero buoni risultati? Insomma, rivolto soprattutto ai moderati e alla «maggioranza silenziosa» (espressione resuscitata): Io come Titano contro l'anti-politica che impazza, Io come fattore di stabilità e di non «salto nel vuoto». L'uso della carta europea (se votate per il Sì, il governo si rafforza nel braccio di ferro con l'Europa avara e asfittica) è stato un altro elemento con e senza il vessillo Ue dietro alla scrivania. Eliminare il «combinato disposto» tra riforma costituzionale e legge elettorale (ovvero «l'Italicum» si cambia) è servito per prendere, forse, qualche voto di sinistra in più. Infine la cura meticolosa del consenso degli italiani all'estero. Loro hanno votato in tanti. Ma chissà se quest'arma e tutte le altre alla fine si riveleranno davvero funzionanti.

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