Elezioni, Salvini apre a sinistra. Berlusconi: io regista

Salvini (ansa)
di Barbara Acquaviti
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Mercoledì 7 Marzo 2018, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 07:45

«Non mi scanso», dice Matteo Salvini, difendendo il suo diritto alla premiership. E lanciando una sorta di appello-offerta alla sinistra. Ma non è l'unico a non avere in mente passi di lato. Silvio Berlusconi riunisce ad Arcore i big azzurri e rompe, con un video, un silenzio post-elettorale durato quasi due giorni. Per mostrare di essere «felice» dell'affermazione della Lega e del suo segretario, pur conquistata a scapito degli azzurri. Ma il vero messaggio, dentro e fuori dalla coalizione, è un altro: «Nel rispetto verso gli alleati e nel rispetto dei patti intercorsi sottolinea - rimango leader di Fi, sarò il regista del centrodestra, sarò il garante della compattezza della coalizione».

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Berlusconi prova così a stoppare i timori, maturati in casa azzurri, soprattutto meridionali, che paventa un rafforzamento dell'asse del Nord. Sotto accusa è finita la compilazione delle liste ma anche i sondaggi che non avrebbero previsto per tempo l'impatto degli slogan leghisti sull'elettorato. Raccontano che durante il pranzo del lunedì anche la figlia Marina se ne sia lamentata, soprattutto dopo il calo dei titoli Mediaset e Mondadori.

LA LINEA
Anche per rimarcare la sua centralità, l'ex premier ha già dato due appuntamenti agli eletti per illustrare e condividere la linea: mercoledì riunirà alla Camera deputati e senatori, poi il 20 marzo giornata politica a villa Gernetto. Il leader di Forza Italia parla di rispetto dei patti ma non accenna mai esplicitamente alla premiership di Matteo Salvini e rivendica il contributo del suo partito, seppure dice «sarebbe stato assai diverso se non mi avessero impedito di concorrere come candidato a pieno titolo». «Tuttavia la nostra coalizione osserva - è risultata la prima formazione politica e questo dovrebbe, anzi deve, essere determinante per ricevere l'incarico di formare il nuovo governo». Ma tutto sottolinea non a caso è nelle prerogative del capo dello Stato, Sergio Mattarella, sul cui «equilibrio» e «saggezza», noi «contiamo».

Al Colle guarda anche Salvini che incontra la stampa con il neo Governatore lombardo, Attilio Fontana, e al suo predecessore, Roberto Maroni, e mostra solidità della coalizione. «Sono contento dichiara - della compattezza del centrodestra, andremo insieme al Quirinale. Siamo la prima coalizione e siamo la speranza per gli italiani». Ma per avere quell'incarico servono i numeri. E il segretario leghista apre così a trattativa. «C'è un Parlamento, c'è un candidato premier, il sottoscritto, e c'è rimarca - un programma che porterà l'Italia fuori dalle sabbie mobili. Chi vuole sostenere il programma lo accettiamo. Ma niente accordi partitici».

Una sottolineatura importante, per chi magari Berlusconi attende gli eventi sperando che maturino le condizioni per un governo centrodestra-Pd di cui però il segretario leghista non potrebbe essere la guida. «Chi ha idee che ci permettono di realizzare il nostro programma sarà ascoltato», aggiunge Salvini, strizzando l'occhio all'elettorato del Pd. «Renzi afferma - è vittima della sua arroganza. Peccato, perché c'è una tradizione di sinistra che non vota o che guarda alla Lega e cercheremo di raccogliere queste forze».

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