Renzi: se a Roma vince la Raggi saltano le Olimpiadi. A Milano credo vincerà il Pd

Renzi
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Mercoledì 8 Giugno 2016, 19:31 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 08:56

«Se il Pd perde - ha sottolineato - ho l'impressione che saltino le olimpiadi 2024». «Raggi ha detto che le Olimpiadi sono una cosa criminale, è una dichiarazione molto impegnativa perché il sindaco deve firmare la lettera per accogliere l'evento. Se vince Raggi credo che questa occasione per più posti di lavoro e impegno per le periferie salterà», lo ha detto il premier Matteo Renzi a Otto e mezzo. 

«Non condivido la lettura della vittoria M5s. Il Pd è nettamente il primo partito in Italia, senza alcuna ombra di discussione», ha proseguito commentando i risultati delle amministrative. Se il Pd perderà il ballottaggio a Roma e Milano cadrà il governo? «Assolutamente no, abbiamo già detto che l'esito della permanenza al governo è legata al referendum costituzionale», ha proseguito. E comunque «non credo che il Pd perderà a Milano», ha aggiunto prima di ribadire che «a Napoli abbiamo fallito, è andata male ma nel napoletano abbiamo vinto in 7 comuni su 8. Non torna dare una lettura omogenea sui dati, gli italiani sono più intelligenti dei politici e commentatori». E Torino? «Tra Appendino e Fassino ci sono più punti di differenza che tra Giachetti e Raggi. Tutti i ballottaggi sono da 1x2 io credo che l'esperienza di Fassino sarà il suo punto forte».

«Il tema periferie esiste e riguarda anche il governo, non solo l'esperienza amministrativa. - ha proseguito il premier commentando il dato per cui il Pd, specie a Roma, non ha intercettato il voto delle periferie -. Esiste un grande tema periferia, tutto è perfettibile e si può fare meglio ma non c'è dubbio che che sia un tema europeo», vale ad esempio anche a Parigi.

«Non credo che farò» iniziative elettorali per i ballottaggi: «Non lo farò quest'anno e neanche l'anno prossimo. Non lo facciamo, nei ballottaggi il segretario non va», ha poi detto. «Come Pd faremo campagna elettorale per i ballottaggi» ma il segretario non farà iniziative ma «se ci sarà bisogno si va». «Io - ha sottolineato - giro il Paese come faccio sempre e continuo a fare il presidente del Consiglio e il segretario del Pd».


«Rispetto molto chi da molti anni e molta coerenza dice che va tutto male nel Pd. Penso non sia vero, ci sono molte partite da gestire come l'organizzazione del territorio nel Mezzogiorno. Ma il partito ha fatto tante cose e qualcuno dà l'impressione di vergognarsene», ha continuato. «No, il governo del Pd non lo risolvi con uno o due vicesegretari. Anche perché tutto questo è molto autoreferenziale. In questa legislatura strana il Pd sta cercando di scardinare il sistema dall'interno e ridurre il numero dei politici».​ 

Il caso Verdini? «È un tema che non è mai esistito ma riempie i talk. L'Italicum prevede il premio alla lista e non alla coalizione e io sono stanco delle alleanze con i partitini». Quanto alle continue frizioni con la minoranza dem Renzi lancia la stoccata: «La sinistra radicale di Fassina e Airaudo non è pervenuta in queste elezioni».

Le correnti «fanno arrabbiare i nostri: su questo dobbiamo cambiare. Al centro non ci può essere la divisione tra i 'turbo' e 'non turbò'o' ma al centro ci deve essere chi vuole cambiare l'Italia. Piano piano ce la facciamo. Nel partito c'entriamo col lanciafiamme dopo il ballottaggio, lo assicuro». Ma niente espulsioni: «Quelle le fanno gli altri», ha aggiunto. «Si deve mettere al centro chi lavora e non chi sta a pensare solo alla propria carriera».

Non si tocca l'Italicum? «Assolutamente no, per quello che mi riguarda», ha ribadito il premier. «Berlusconi e Prodi hanno sempre lamentato la mancanza di compattezza delle coalizioni. Se passa questa riforma c'è un meccanismo organico di Paese in cui chi vince governa per cinque anni», ha sottolineato, aggiungendo: «Se oggi ci fosse il ballottaggio delle politiche con l'Italicum al voto andrebbero il Pd e Fi, non Salvini né M5s». 

«In Italia troppo spesso c'è stata la casta davvero, con sindacalisti, politici, giornalisti, consiglieri regionali che guadagnano più del presidente degli Stati uniti. La riforma costituzionale credo non sia la migliore del mondo ma consente all'Italia di iniziare il futuro. Se riduci il numero dei politici e attacchi la casta, sarà più semplice avere un Paese che funziona».

«Chi dice che va tutto bene è un pazzo, va curato ma è un dato di fatto è che l'Italia del 2016 va meglio del 2015. Se l'Italia si semplifica, riduce il numero dei politici l'Italia diventa vincente. Siamo a metà del guado, dobbiamo lavorare duro e un po' meglio di prima».

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