Raggi, fra gestione del debito e caso Atac: ecco le prime mosse della nuova giunta

Raggi, fra gestione del debito e caso Atac: ecco le prime mosse della nuova giunta
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Giugno 2016, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 08:09
In principio fu l'audit. Virginia Raggi lo ha detto a più riprese, durante la campagna elettorale: la prima delibera, una volta diventata sindaco, sarebbe stata l'avvio di una ricognizione sui 13,5 miliardi di debito del Campidoglio. Con l'obiettivo di procedere a una sua ristrutturazione, a partire dalla rinegoziazione degli interessi. Un'idea che ha creato allarme, negli ultimi giorni prima del voto, per la possibilità, ventilata dalla pentastellata, di «non pagare il debito». Cosa che porterebbe immediatamente il Comune di Roma al default. Sarà questa, quindi, la prima prova sul campo per le capacità politiche e amministrative della Raggi: la ristrutturazione del debito, unico modo per ridurre l'addizionale comunale Irpef, passa obbligatoriamente per una trattativa con il Governo, che deve autorizzare il prestito agevolato del Tesoro, e con il Parlamento, che con una legge apposita dovrebbe autorizzare la Cassa depositi e prestiti a portare avanti l'operazione.
 
IL LAVORO DI TRONCA
Nelle prime settimane di amministrazioni, il neo sindaco avvierà anche uno screening degli appalti in essere, trovando comunque la strada avviata dal lavoro fatto negli ultimi mesi dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, in parallelo con l'Autorità anti corruzione di Raffaele Cantone. Ma entro la fine di luglio dovrà risolvere la prima grana: il contratto di Roma Multiservizi in scadenza. Una vicenda che riguarda 3.800 dipendenti che rischiano il posto di lavoro, ma che si va a scontrare con le esigenze di bilancio e con il piano di rientro, che prevede la dismissione delle società partecipate di secondo livello. Proprio le scelte sulle aziende rischiano di essere uno scoglio insidioso nelle prime settimane di navigazione della prossima giunta. C'è infatti da intervenire sul piano industriale dell'Atac, mettendo in campo scelte difficili. Ma anche sullo stesso piano di rientro, dove ancora c'è tanto da fare proprio al capitolo delle partecipate, che devono essere sfoltite. E non si tratta di un dettaglio: il piano è legato al decreto Salva Roma, e il mancato adempimento porterebbe tra l'altro all'interruzione del finanziamento annuo di 110 milioni che lo stato garantisce per gli extra costi della Capitale.

IL PATRIMONIO
Tra le prime decisioni da prendere, secondo le intenzioni del neo sindaco, c'è quella sulla delibera 140, approvata dall'amministrazione di Ignazio Marino, sul riordino degli immobili e delle proprietà del Campidoglio. Il provvedimento riguarda 860 immobili del patrimonio indisponibile in concessione, che attualmente vengono utilizzati per numerose finalità, anche di carattere commerciale o abitativo e non solo per lo svolgimento di iniziative e servizi di interesse pubblico. «Credo debba essere un compito fondamentale dell'amministrazione sostenere tutti quei cittadini che si attivano e si mobilitano per fini sociali», ha detto la Raggi in campagna elettorale, schierandosi evidentemente per una riforma della delibera.
 
GLI IMPIANTI
I rifiuti sono un altro tema su cui bisognerà decidere in fretta: innanzitutto sulla discarica di servizio da utilizzare come soluzione temporanea, per evitare l'emergenza. Il sindaco a Cinque stelle vuole mettere a punto «un programma di manutenzione per gli impianti Tmb e nuovi centri dove l'Ama possa trattare i rifiuti per venderli direttamente». Ma l'emergenza è sempre dietro l'angolo, e bisogna anche prendere una direzione definitiva sulla privatizzazione di alcuni servizi legati al decoro e alla pulizia cittadina, prevista da una delibera approvata nella fase finale dell'ultima consiliatura.

GLI SPRECHI
Sul fronte della programmazione finanziaria i tempi sono più ampi, perché il commissario straordinario ha già approvato il bilancio di previsione dell'anno in corso. Ma dopo estate l'amministrazione capitolina dovrà preparare la manovra di assestamento. Qui la giunta di Virginia Raggi dovrà mettere davvero sul tavolo le carte: scegliendo come spendere i (pochi) fondi a disposizione e, soprattutto, mettendo alla prova dei fatti la tanto decantata riduzione degli sprechi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA