Meloni, dalle buche al turismo: ecco i 7 peccati della Capitale

Meloni, dalle buche al turismo: ecco i 7 peccati della Capitale
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Sabato 28 Maggio 2016, 15:20 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 14:56
Il clima della rimonta è tutto nella metafora finale di Giorgia Meloni: «La legge mi impedisce di citare sondaggi - scandisce la leader di Fratelli d'Italia dal palco dell'auditorium della Conciliazione, a due passi da San Pietro - ma un uccellino mi ha detto che i grilli non saltano più come una volta e se va bene arrivano all'altezza dei meloni, che i gigli non vanno bene e la Ferrari è in panne sul Gra all'altezza uscita 12». Insomma, adesso l'ex ministro della Gioventù ci crede davvero, alla scalata al colle capitolino.

«Abbiamo scelto sette obiettivi, i sette peccati della Capitale - sottolinea la Meloni - Su questi sette obiettivi ci mettiamo la faccia e chiediamo ai romani di giudicarci nei cinque anni e su questi obiettivi prendiamo impegni precisi e misurabili per i primi cinque anni di amministrazione della Capitale, impegni sui quali mettono la faccia tutti i candidati». Impegni che sono diventati i punti cardine principali del programma elettorale della candidata dell'asse Fdi-Lega.

«Ci abbiamo lavorato molto - esordisce la Meloni - perché la differenza tra noi e gli altri è che noi prendiamo sul serio la possibilità di governare questa città». I sette obiettivi riguardano: buche e piano strade, trasporti, raccolta differenziata, aree e stabili occupati, asili nido e famiglia, turismo, periferie e bellezza. «Una volta si diceva tutte le strade portano a Roma, il problema è quando ci arrivi a Roma», ironizza la presidente di Fdi. L'impegno è quello di «mobilitare da qui al 2021 500 milioni di euro, per tutte le strade ad alta percorrenza, e di rifare la segnaletica orizzontale in un anno e quella verticale in cinque». Per quanto concerne i trasporti, l'obiettivo è «completare la metro C e aprire una vertenza per farla arrivare fino a piazzale Clodio». Sui rifiuti la sfida è arrivare al «75 per cento di raccolta differenziata», mentre sui campi nomadi la Meloni vorrebbe rimpiazzarli con delle «foreste urbane». Sugli stabili occupati la Meloni ha invece parlato della necessità di avere un «sindaco inflessibile nel chiedere al prefetto gli sgomberi».

La candidata sindaco vuole poi investire sugli asili in modo da far tornare al centro la famiglia, perché «non è vero - argomenta - che le famiglie italiane non vogliono più fare figli, è vero che i figli sono diventati un bene di lusso».
Su turismo e periferia le proposte della Meloni si intrecciano: l'idea è quella di spostare i ministeri di via XX settembre in periferia, «dove portano ricchezza e movimento», per «rendere via XX settembre una strada con due chilometri di musei come accade a New York, davanti a Central Park».
© RIPRODUZIONE RISERVATA