Gender, circolare di Giannini alle scuole: «È truffa culturale, nella riforma non c'è»

Gender, circolare di Giannini alle scuole: «È truffa culturale, nella riforma non c'è»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 16 Settembre 2015, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 11:19

L'ha detto più volte. Messo anche nero su bianco in una nota inviata alle scuole lo scorso luglio. Ma non è bastato ad arrestare le polemiche. Oggi, via radio, il ministro Giannini l'ha ribadito di nuovo, anticipando i contenuti di una nuova circolare ad hoc inviata alle scuole: «la Buona scuola non introduce la teoria del gender». E ha pure aggiunto che contro chi dovesse insistere in questa «truffa culturale» il ministero non esiterebbe a tutelarsi per via legale.

Il cavallo di Troia attraverso cui - secondo alcuni esponenti del mondo cattolico, dell'associazionismo e politico (il sindaco di Venezia è arrivato a bandire alcuni libri 'proibitì che la precedente amministrazione comunale aveva acquistato per le scuole dell'infanzia) - entrerebbe nelle scuole la teoria del gender (una teoria che postulerebbe l'inesistenza delle differenze biologiche, a parte quelle strutturali, tra i sessi) sarebbe il comma 16 della riforma.

La norma recita testualmente: «il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi delle pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado, l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93».

E sarebbe proprio il quadro normativo a cui il testo si richiama a rappresentare un «pericolo» laddove parla di ruoli e comportamenti socialmente costruiti. Ma il ministro Giannini assicura che il comma incriminato «va in direzione opposta all'annullamento della distinzione tra uomo e donna, che è in natura e cultura. Fa riferimento a principi di sensibilizzazione nei ragazzi alla prevenzione alla violenza di genere e ai reati e attacchi dettati dall'omofobia». Le da man forte su Facebook il sottosegretario Faraone: «Gender? Strane pratiche? Paure? Sono parole che hanno a che fare con tempi bui e concezioni medievali. Le nostre parole sono tolleranza, rispetto, diritti, inclusione delle diversità, conoscenza, consapevolezza, autodeterminazione».

Insomma, molto rumore per nulla. E per questo Stefania Giannini auspica «un ravvedimento immediato» in quella parte della Chiesa cattolica che ritiene essere presente nella Buona Scuola la teoria del gender. Non tutti però hanno intenzione di ricredersi. «Per restare liberi di educare i nostri figli quest'anno ogni scuola sarà una trincea» afferma Filippo Savarese, portavoce dell'associazione pro-family La Manif Pour Tous Italia, che parla di «minacce» da parte del ministro Giannini e avverte che agli avvocati è pronta a rivolgersi anche la sua organizzazione. Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, a cui parere le dichiarazioni del ministro «sono di una gravità inaudita» perchè «invece di rassicurare le famiglie, minaccia denunce a chi esprime legittime paure e perplessità».

«Al primo tentativo di manipolazione e strumentalizzazione dei bambini finalizzata a inculcare la teoria gender, saremo noi a tutelarci con gli strumenti adeguati» avverte. Si schierano, invece, a fianco del ministro, che «ha denunciato la "truffa culturale" messa in campo da destre e integralisti cattolici» Arcigay e Gay Center.

© RIPRODUZIONE RISERVATA