Scuola, terza media e maturità, l'esame sarà più facile: meno prove scritte, niente invalsi

Scuola, terza media e maturità, l'esame sarà più facile: meno prove scritte, niente invalsi
di Lorena Loiacono
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Lunedì 16 Gennaio 2017, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 07:53
ROMA Gli esami non finiscono mai, è vero, ma a volte diventano più semplici. Ed è quello che potrebbe accadere nella scuola italiana se i decreti attuativi, approvati in Consiglio dei ministri sabato mattina, rimarranno così come sono stati licenziati. La revisione dell'esame di Stato è tra le nove deleghe previste dalla legge della Buona Scuola e, tra queste, è stata una delle più attese e temute. La revisione infatti c'è stata e non di poco conto: l'esame di terza media e la maturità, infatti, saranno più brevi. Perdono prove scritte e, probabilmente, anche un po' di importanza. Visto che, nel caso delle scuole superiori, acquisterà sempre più peso il percorso formativo del candidato e ne perderà la singola prova d'esame. Una rivoluzione che sarà attuata non prima del 2018 e, probabilmente, arriverà per gli esami di giugno 2019: considerando che le deleghe hanno seriamente rischiato di saltare, visto che sono arrivate in Consiglio dei ministri allo scadere dei 180 giorni concessi dalla legge, è difficile immaginare che i lavori adesso procedano spediti, in tempo per l'avvio del prossimo anno scolastico. Tutto quindi potrebbe scalare all'anno 2018-2019. Nei prossimi mesi spetterà alle commissioni parlamentari mettere mano ai decreti attuativi e la ministra Fedeli ha assicurato che ci sarà un grande lavoro di condivisione con tutte le componenti della scuola che verranno ascoltate e coinvolte.

FRA DUE ANNI
Che cosa devono aspettarsi all'esame conclusivo della terza media, quindi, i ragazzi che oggi frequentano la prima media? Dovranno superare 3 esami scritti e un colloquio. Un esame dimezzato rispetto a quello di oggi in cui le prove scritte previste arrivano fino a un massimo di 6 e poi segue il colloquio: sette prove una in fila all'altra, tanto che l'esame è stato ribattezzato la mini-maturità proprio per l'impegno e l'attenzione che richiede. I ragazzi che a giugno prossimo si sottoporranno all'esame, infatti, dovranno ancora sostenere, oltre ai 3 scritti di italiano, matematica e inglese, anche altri due scritti nelle classi in cui ci sono la seconda e la terza lingua straniera e la prova nazionale, uguale per tutti e stilata dall'Invalsi. In base al nuovo decreto, invece, ci saranno solo tre scritti: una prova di italiano, una di matematica e una unica sulle lingue straniere. A queste si aggiunge il colloquio per accertare la preparazione generale dello studente.

VITA FACILE
Sparisce quindi dall'esame il test Invalsi che verrà invece proposto nel corso dell'anno scolastico. L'esame di fatto viene ridotto e questa novità, ai futuri candidati, potrebbe semplificare la vita. Che già di per sé non è così complessa visto che nel 2016 è stato ammesso all'esame il 97,6% degli studenti e di questi solo lo 0,2% è stato bocciato. La riforma potrebbe venire incontro anche ai ragazzi delle scuole superiori per i quali la maturità perde la terza prova, il temuto quizzone con domande su tutte le materie. Restano solo due prove scritte e un colloquio orale: l'esame perde peso a vantaggio del percorso formativo dello studente che acquista sempre più importanza. Le attività di alternanza scuola-lavoro saranno un requisito richiesto per l'ammissione all'esame di Stato e i crediti formativi conteranno di più.

I PUNTI
Oggi i maturandi contano su un massimo di 25 punti per il credito scolastico, accumulati negli ultimi 3 anni di studio, fino a 15 punti per ciascuna delle tre prove scritte e fino a 30 per il colloquio. Con il decreto, il credito scolastico arriva fino a 40 punti, le 2 prove scritte e il colloquio incidono fino a 20 punti ciascuno. Le prove d'esame, quindi, valgono sempre meno così come la stessa maturità che, già ad oggi, non seleziona i ragazzi: nell'anno scolastico 2015-2016 infatti è stato ammesso agli esami il 96% degli alunni di quinta e, tra questi, il 99,5% ha ottenuto il diploma.

I TEST
Che cosa ne sarà invece del test Invalsi? Oltre alle prove di italiano e matematica, se ne introduce anche una di inglese all'ultimo anno delle elementari, delle medie e delle superiori. Una novità che va ad allineare le rilevazioni nella scuola italiana con il Quadro comune di riferimento europeo per le lingue. In terza media e in quinto superiore il test Invalsi non sarà tra le prove dell'esame di Stato né peserà sul voto finale ma sarà solo un requisito per l'ammissione.