Verde, design e tecnologie: ecco le 52 scuole del futuro

Verde, design e tecnologie: ecco le 52 scuole del futuro
di Lorena Loiacono
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Lunedì 9 Maggio 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 13:21

ROMA - Non una semplice scuola ma un progetto che guarda al futuro, che pensa alle classi di domani e le mette su carta. E saranno proprio i progettisti più all'avanguardia a contendersi la realizzazione della loro idea di un ambiente scolastico sostenibile. Si tratta di “Scuole Innovative”, il bando lanciato dal ministero dell'istruzione per la costruzione di 52 nuove scuole dall'edilizia all'avanguardia. I cantieri saranno avviati con uno stanziamento di 350milioni di euro, previsti nella legge 107 della riforma della Buona Scuola. 

LE NOVITÀ
Ma come sarà la scuola del futuro? «All’avanguardia, sostenibile e a misura di studente – ha spiegato il ministro Stefania Giannini – i progettisti dovranno immaginare istituti dotati di spazi didattici innovativi, ad alta prestazione energetica, con aree verdi fruibili. Scuole belle, attrattive che favoriscano l’apprendimento e l’apertura all’esterno, che diventino punti di riferimento per il territorio». Per ciascuna delle 52 nuove scuole, il ministero ha individuato un'area geografica: da Bagnatica in provincia di Bergamo a Casoria, da Sorbolo a Bari, da Mantova a Matera, passando per Poggibonsi, Lucca e Follonica, Campobasso, Pescina e Terni. E ancora Albano laziale, Capranica e Ascoli Piceno, Modena, Ravenna e Cremona. Ogni progettista può concorrere per una sola delle aree coinvolte dal bando, visto che il progetto si baserà anche sulle caratteristiche territoriali e sociali dell'ambiente in cui verrà realizzato. 

LE REGOLE
Il bando è di carattere internazionale e possono partecipare architetti e ingegneri, anche associati, che abbiano un'idea innovativa da destinare alla scuola. I progetti che arriveranno, tramite una procedura online attiva da questa settimana fino al 30 agosto, verranno valutati da una commissione di esperti che decreterà i primi 3 classificati per ciascuna delle 52 aree geografiche individuate. 
 
I tre premi saranno di 25mila euro, 10mila euro e 5 mila euro. Le aree di interesse saranno acquistate dall'Inail e il Miur ne pagherà il canone per 30 anni. E allora parte la sfida per il futuro. «La parola d'ordine è l'innovazione che, per la prima volta, viene istituzionalizzata e diffusa in tutte le regioni italiane – ha spiegato Laura Galimberti, coordinatrice della struttura di missione per l'edilizia scolastica della presidenza del consiglio dei ministri - questi istituti sono degli apripista da cui partire per una riqualificazione del patrimonio scolastico che non punti solo alla messa in sicurezza degli edifici esistenti, ma che si proponga di studiare nuove soluzioni architettoniche per una didattica all'avanguardia e per realizzare scuole che siano dei veri e propri civic center, punti di riferimento nei quartieri». 

LA RIVOLUZIONE
Nella scuola di domani, quindi, cambiano gli spazi in base alle necessità. La classe pensata con cattedra frontale e banchi disposti uno in fila all'altro non sembra destinata a resistere ancora per molto tempo, lasciando spazio alle nuove realtà come i materiali innovativi e le tecnologie digitali. Spazi ristoro, aule flessibili e arredi multifunzione. Tutto con un'attenzione particolare al rispetto dell'ambiente, all'efficientamento energetico e alla sostenibilità. Queste le parole d’ordine che sono alla base del progetto.

Tra le scuole del futuro, realizzate nel presente, ce ne sono già alcune in Italia, come l’istituto Fermi di Mantova, l’istituto comprensivo 9 di Bologna e l’istituto comprensivo di Cadeo e Pontenure, in provincia di Piacenza. 

ALL'ESTERO
Tra le eccellenze internazionali c'è l'asilo di Fuji Kindergarten, in Giappone, progettato come “un enorme parco giochi per la crescita dei bambini”.

L'Orestad Gymnasium, in Danimarca, che con i suoi spazi polifunzionali ha messo fuori uso la carta e ha adottato percorsi personalizzati. E poi ci sono gli spazi aperti e complementari del Vittra Telephoneplan, in Svezia, dove si studia e si lavora con voce, mani e corpo, si studia in gruppo o si riflette da soli. Una scuola che risponde alle esigenze di chi la vive.

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