Concorsone, i prof bocciati
in cattedra come supplenti

Concorsone, i prof bocciati in cattedra come supplenti
di Lorena Loiacono
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Mercoledì 24 Agosto 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 13:01
Precari da anni e non idonei all’insegnamento, saranno migliaia le cattedre che a settembre verranno affidate ai supplenti “bocciati” dal concorso. Una contraddizione inspiegabile che affiderà l’insegnamento a docenti giudicati impreparati dalle prove del concorso. Compreso il settore delicatissimo del sostegno. La scuola non li assume, ritenendoli inidonei, ma non può comunque farne a meno.

LA SELEZIONE
La selezione, iniziata a fine aprile e tutt’ora in corso con le prove orali, ha messo a bando 63.712 posti per i quali si sono candidati oltre 165mila docenti. Tutti in possesso dell’abilitazione all’insegnamento, requisito necessario per candidarsi, quindi in cattedra da anni sia con supplenze brevi, tramite le graduatorie di istituto, sia con contratti annuali tramite le graduatorie ad esaurimento. Ma le cattedre messe a disposizione dal bando non verranno interamente coperte.

Dai dati parziali, in arrivo dagli uffici scolastici regionali, si registra infatti la presenza di classi di concorso per cui mancheranno gli insegnanti da assumere. Gli ammessi all’orale infatti sono già in numero inferiore rispetto ai posti disponibili. E gli orali potranno selezionare ulteriormente.

IL QUADRO
Nel Lazio, ad esempio, mancheranno all’appello molti maestri di scuola elementare: dei circa 5mila candidati accedono all’orale 954 persone per 1378 posti. Oltre 400 cattedre andranno ai supplenti tra cui anche tanti di quelli che non hanno superato il concorso. In Lombardia ne mancheranno addirittura 1733 e in Liguria 152, rispetto ai 464 posti disponibili. Nel Lazio dovranno ricorrere ai supplenti anche le scuole superiori in cui mancano i docenti di fisica: solo 77 accedono agli orali dei 187 candidati con una bocciatura del 60%. Stessa carenza per l’insegnamento di storia dove i non ammessi arrivano all’84% del totale: solo 40 gli ammessi tra i 256 candidati. Non va meglio per l’insegnamento di inglese e francese alle medie che ha registrato rispettivamente il 65% e addirittura il 90% dei non ammessi all’orale.

IN AFFANNO
In Sardegna, nell’ambito dei laboratori di scienze e tecnologie agrarie, dei 17 posti disponibili per ora ne restano vuoti 12. In Piemonte per ora restano scoperte 43 delle 181 cattedre messe a bando per l’insegnamento di tecnologia alla scuola media e 23 dei 43 posti riservati alle scienze e alle tecnologie meccaniche.
In affanno le materie tecniche anche in Lombardia dove i primi esiti pubblicati mettono in luce un’emergenza per scienze e tecnologie informantiche con 31 posti vacanti, da destinare alle supplenze, su 112 posti a bano e per i 10 posti scoperti dei 12 riservati materie grafiche pubblicitarie.

L’EMERGENZA
In emergenza resta soprattutto il settore del sostegno dove le bocciature in proporzione sono state ancora più numerose. Nel Lazio, ad esempio, restano vacanti almeno 100 dei 149 posti messi bando per le scuole superiori, in Piemonte 248 dei 378 posti riservati alla scuola elementare e 31 dei 97 per la materna. In Sardegna sono già vacanti 7 dei 21 posti per il sostegno alle superiori e 17 dei 18 per le medie, dove è stato ammesso agli orali solo un candidato. In grave emergenza anche il sostegno per le materie scientifiche che, degli 80 posti a bando, per ora ne restano già scoperti 63.
 
LA DIFESA
«Le contraddizioni che viviamo oggi - spiega il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini - non sono figlie del concorso che abbiamo bandito a febbraio, ma di tutti i concorsi che non stati banditi negli ultimi vent’anni. Lo stesso lungo periodo in cui si parlava della piaga del precariato storico nei dibattiti, senza dare risposte. Questo Governo sta facendo ordine in una giungla normativa e amministrativa in cui nessuno prima ha avuto il coraggio di mettere le mani. Lo abbiamo fatto - ricorda ancora il ministro - prima di tutto con il Piano straordinario di assunzioni dello scorso anno per 90.000 persone e stiamo proseguendo col concorso nazionale, come prevede la Costituzione. Superare il concorso significa rientrare nella scuola dalla porta principale e procedere per merito. Per il futuro il Parlamento e il governo hanno pensato ad un modello di accesso all’insegnamento più razionale ed efficace. La delega specifica prevista dalla riforma - conclude Giannini -prevede concorsi regolari e un tirocinio retribuito per i vincitori».
 
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