Cambio sesso: boom di richieste in 5 anni
anche per i neonati al S.Camillo-Forlanini

L'ospedale San Camillo di Roma, polo chirurgico per il cambio di sesso
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Giovedì 20 Giugno 2013, 20:55 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 21:10
ROMA - In cinque anni la richiesta letteralmente lievitata: dal 2008 c’ stato un incremento del 25 per cento nelle richieste di intervento chirurgico per cambiare sesso. Un vero e proprio boom.


La stima del fenomeno arriva dal direttore generale dell'Ospedale San Camillo-Forlanini di Roma, Aldo Morrone, e l'occasione è un convegno per celebrare proprio i 20 anni d'impegno dell'Azienda Ospedaliera - una delle poche in Italia specializzata in questo tipo di interventi - a favore delle persone transessuali e intersessuali, ovvero i cui cromosomi sessuali non sono definibili come esclusivamente maschili o femminili.



Il primo dato è, dunque, quello numerico: negli ultimi venti anni, gli interventi di cambio sesso eseguiti in Italia (sono 4-5 i centri specializzati sul territorio nazionale) sono circa 1500-2000, di cui 596 al S.Camillo. Nel periodo 1992-2013 le persone che, da tutta Italia, si sono rivolte all'Ospedale romano sono state 1065 e per 596 si è stabilita la diagnosi di 'Disforia dell'identità di generè dopo lunghi e accurati incontri. Per 377 di queste persone si è trattato di una richiesta di transizione dal maschile al femminile, per 219 dal femminile al maschile. Un percorso lungo e complesso, dato che sono necessari più interventi per ogni paziente. «Ogni mese - afferma Morrone - si rivolgono al servizio in media 10 nuove persone. Sono al 91% italiane, con un'età media di 29 anni e un grado di istruzione medio-alto».



Ma è negli ultimi 5 anni che le richieste, rileva, «hanno registrato un'impennata». La ragione? «Oggi c'è maggiore consapevolezza del fatto che questo problema si può risolvere e ci sono le strutture specializzate dove la persona può essere seguita e aiutata». Al momento, precisa, «non c'è una certezza scientifica delle cause del disturbo d'identità di genere, anche se si ipotizzano basi psico-biologiche».



E la richiesta di cambio sesso «è aumentata di circa il 50% negli ultimi anni anche per bambini e neonati: si tratta di piccoli - spiega l'esperto - affetti da disturbi della differenziazione sessuale che si presentano sin dall'età neonatale, con attribuzione incerta del sesso e difetti dello sviluppo sessuale. Ne è colpito circa 1 neonato su 4-5mila». In questi casi, vengono fatte analisi ormonali per capire quale sia la componente sessuale prevalente e, successivamente, su tale base si può optare per l'intervento chirurgico.



Negli ultimi 5 anni, sottolinea il direttore generale, «abbiamo eseguito oltre 350 interventi di questo tipo su bambini entro i 6 anni di età». Un servizio importante «per ridare la speranza a tante persone e genitori, ma sul quale - denuncia Morrone - oggi grava un'ombra: il taglio di fondi e, anche, di personale». Queste operazioni, spiega, «sono infatti a carico del Servizio sanitario nazionale per la parte chirurgica, ma non per il percorso psicologico che è però un passaggio essenziale». Da qui un appello alle istituzioni ed anche al ministero delle Pari Opportunità. Intanto, però, al S.Camillo si va avanti: «Ad aiutarci sono anche tanti psicologi borsisti. Di certo - conclude Morrone - non possiamo dire no a chi ci chiede aiuto».
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