Olimpiadi, Pellegrini: «Roma deve rinnovarsi Giochi occasione unica»

Olimpiadi, Pellegrini: «Roma deve rinnovarsi Giochi occasione unica»
di Carlo Santi
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Domenica 19 Giugno 2016, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 22:48

Federica Pellegrini con le Olimpiadi ha un legame straordinario. Era una bimba quando nel 2004, ai Giochi di Atene, ha conquistato l'argento nei 200 stile libero alle spalle della romena Camelia Potec. Quel giorno Fede aveva 16 anni e dodici giorni: era ed è la più giovane medagliata olimpica azzurra in una gara individuale.
 

 


Quattro anni dopo è arrivato l'oro di Pechino (sempre nei 200sl) prima della delusione a Londra. Adesso, la Divina attende la grande occasione a Rio dove, proprio il giorno del suo 28esimo compleanno, il 5 agosto, sarà la portabandiera azzurra della nazionale. La Pellegrini, che è tra le atlete italiane più forti di sempre - forse davanti ha solo Sara Simeoni, votata da tutti l'atleta del centenario - ha davvero le carte in regola per parlare di Olimpiadi.

Federica, Roma 2024 è un'occasione importante per lo sport italiano. Cosa pensa della candidatura?
«Vi garantisco che molti atleti credono nel sogno dei Giochi nella Capitale e io sono tra questi».

Eppure c'è chi non la pensa così e crede che la città non debba candidarsi, alle prese con altri problemi da risolvere.
«Non sono nata a Roma ma mi sento un po' romana. Qui c'è la mia società, questa città mi piace, ci vivrei e chissà che un giorno non lo farò. Auspico che Roma, e con Roma dico tutta l'Italia e questo deve essere chiaro, continui nella candidatura. Abbiamo davvero la possibilità di farcela. I problemi? Non sono il sindaco, non parlo di politica, ma credo che ogni città debba essere vivibile senza mettere in forse una candidatura così importante».

Perché, secondo lei, c'è chi è contrario al sogno olimpico?
«Dal lato politico non sono io che devo esprimermi. Da sportiva, invece, dico che non andare avanti sarebbe un errore grandissimo. Le Olimpiadi sono un evento troppo bello e non solo nei giorni delle gare: lo sono prima e, soprattutto dopo. Chi ospita i Giochi è città olimpica per sempre e per sempre si respira un'atmosfera speciale e si vive in un contesto davvero unico»

Lei parla come se fosse già nel Comitato promotore. Ci tiene ad avere un ruolo nell'organizzazione?
«Io con il Comitato? Confido in questa candidatura: prima realizziamo questo sogno, poi vedremo».

Roma cosa rappresenta per lo sport italiano?
«Io la vedo dal lato sportivo. Non dimenticherò mai che qui ho disputato un Mondiale in casa. Provo orgoglio ed emozione per quello che è stato, al di là dei miei risultati. Ho provato, in quei giorni dell'estate 2009, qualcosa di irripetibile. Ed era un Mondiale, mica un'Olimpiade. Lasciatemelo dire, l'Olimpiade è mille volte più coinvolgente. Inoltre, Roma è unica, unica al mondo».

 
Molti non vedono con piacere l'organizzazione di un grande evento in Italia perché inevitabilmente si parla di malaffare.
«Lo so, non è una novità, ma adesso abbiamo l'occasione per sfatare questa diceria che, magari, in passato in qualche occasione c'è stata. Quando vogliamo fare le cose bene ci riusciamo meglio degli altri. Questa volta, con gli occhi del mondo puntati, non ci saranno errori e non ci saranno sprechi».

Lo afferma con grande sicurezza. Perché?
«Perché già adesso nel comitato promotore ci sono degli atleti nei ruoli importanti. Penso a Diana Bianchedi, a Fiona May e a Luca Pancalli. Con loro ci sono grandi certezze di serietà e onestà».

Come le pensa lei le Olimpiadi di Roma?
«Di una cosa sono certa, e lo posso affermare dopo aver avere disputato tre edizioni dei Giochi: non serve più il gigantismo, penso a Pechino ma anche a Londra. Riportiamo l'evento a dimensione più umana. Guardi, lo chiedono gli atleti che sono i protagonisti delle gare».

Sembra sentirla parlare di Roma 1960 e del suo fascino.
«Mica c'ero, allora: non ero neppure nata. Ne ho sentito parlare, so quello che è accaduto, so dell'atmosfera che c'era al Villaggio olimpico. Lo sport ha la necessità di tornare ad essere davvero sport senza troppo inutile contorno».

Roma 2024 con il suo progetto olimpico sembra un'edizione che si addice a questi canoni, vero?
«A Roma il progetto vede coinvolta la Storia, sì la Storia con la S maiuscola. Che straordinario competere in luoghi come il Circo Massimo, i Fori Imperiali, Villa Borghese, le Terme di Caracalla e il Foro Italico. Vogliamo mettere? E chi li ha posti così belli? Dimenticavo: il Colosseo. So che la sera i vincitori saranno festeggiati lì dentro. Sento già i brividi. Peccato non esserci».

Servono anche altri impianti, non bastano quelli che ha citato, però, per un'Olimpiade.
«Certo, ma la città ha bisogno di rinnovarsi, di avere strutture nuove, moderne. Scusate, ma un palazzo dello sport degno di questo nome non c'è. o sbaglio?. E se Roma volesse ospitare un Mondiale di nuoto in vasca corta dove lo fa? Bisogna guardare avanti, mica accontentarsi di quello che c'è».

Ma lei non ci sarà, come atleta, a Roma 2024. Le dispiace?
«Purtroppo non ci sarò, avrò 36 anni, troppi per nuotare al vertice. Ma atleta lo sarò per sempre e so cosa si prova. Se la Capitale avesse avuto le Olimpiadi nel 2020, allora ci avrei provato e oggi non avrei dubbi, dopo Rio, se fermarmi o no».

Secondo lei, perché i romani dovrebbero dire sì alle Olimpiadi?
«Perché, al di là della bellezza di questa competizione, i Giochi sono l'occasione per trasformare la città, renderla moderna, al passo con i tempi, con impianti essenziali per i giovani. Basta, come ho detto, con strutture enormi come il Water Cube di Pechino, bellissimo ma adesso non so a cosa serva. Ripeto, Olimpiadi più umane, con impianti per tutti. E poi non ci dimentichiamo che le Olimpiadi fanno innamorare allo sport i ragazzi e trasmettono valori positivi. Se avremo i Giochi del 2024 la gioventù italiana, mica solo quella romana, sarà protagonista e avremo veri campioni. E lo sport è un biglietto da visita importante per un Paese».

Lei, con Totti che a Roma è un re, sogna di essere il volto delle nostre Olimpiadi?
«C'è tempo, non devo essere io a decidere ma, come ho già detto, con la Capitale ho un legame speciale. Sì, mi piacerebbe essere molto vicina a Roma 2024. E' un sogno al quale tutti dobbiamo credere. Chi dice no ai Giochi dice no alla gioventù e alla voglia di crescere».