Voto di scambio, Calderoli mette la ghigliottina, via tutti gli emendamenti. Caos dei Cinque Stelle

Roberto Calderoli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Aprile 2014, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 13:58
Una nuova tagliola, stavolta a palazzo Madama. Il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, ha annunciato la decisione di sospendere la discussione sul ddl contro il voto di scambio per passare direttamente al voto del testo (la cosiddetta «ghigliottina») facendo scoppiare l'immediata protesta del M5S. «Voi non vi meritate il titolo di onorevole - ha urlato il capogruppo Santangelo - andrete tutti a casa». La seduta è stata sospesa e il voto finale sul ddl è slittato a martedì prossimo, nonostante gli auspici del Pd e del resto della maggioranza a concludere entro oggi. A rallentare i lavori è stata proprio la protesta dei senatori M5S che contestavano la modifica al testo apportata dalla Camera.



«Non meritate di essere chiamati onorevoli» tuona il senatore M5S Maurizio Santangelo. La richiesta di applicare la cosiddetta "ghigliottina" sul ddl sul voto di scambio, per arrivare al voto già oggi, è «un'azione vigliacca», anche se «scritta nel regolamento». Sale la tensione a Palazzo Madama, dopo la seduta burrascosa di ieri. «Uno tsunami vi spazzerà - dice ancora Santangelo mentre si levano urla e fischi dai banchi delle altre forze politiche - vi accompagneremo fuori uno a uno, anche alla luce della vostra età avanzata. Andrate tutti a casa».



Il senatore grillino viene richiamato all'ordine dal presidente di turno, Roberto Calderoli. «Ci deve essere rispetto reciproco - dice il leghista - lo chiedo a una parte dall'emiciclo e all'altra. L'età avanzata richiede rispetto, senatore Santangelo». Poco dopo prende la parola l'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma. Rivendica di essere tra i firmatari della richiesta di tagliare i tempi di discussione, interrotto dai fischi e dalle urla dei 5 Stelle. «Te devi sta' zitto - risponde in romanesco l'ex ministro rivolto ai banchi dei grillini - con me non giocate, ve lo dico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA