Vitalizi, via libera della Camera all'abolizione: ora testo al Senato

Vitalizi, l'approvazione in Aula slitta
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Mercoledì 26 Luglio 2017, 15:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 19:55

L'Aula della Camera ha approvato la proposta di legge Richetti sull'abolizione dei vitalizi dei parlamentari. Il testo, approvato a Montecitorio con 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti, passa al Senato. 

Il voto finale sul provvedimento, inizialmente previsto per la mattinata, è slittato alle 18,30 perché la conferenza dei capigruppo della Camera ha dovuto rivedere i tempi dell'esame della proposta di legge  dopo essere stata convocata su sollecitazione in Aula dal deputato M5S Danilo Toninelli. Nel corso della riunione dei capigruppo, tutti i gruppi, ad eccezione di Alternativa popolare, sono stati d'accordo nel proseguire il lavoro in giornata. Maurizio Lupi (Ap) aveva chiesto di invertire l'ordine dei lavori, dando prima spazio, al dl vaccini.​

La questione vitalizi è stata soprattutto una guarra di nervi tra il partito di maggioranza, il Pd, e il suo acerrimo oppositore, il M5S. Entrambi impegnatissimi ad arrivare al traguardo per poter piantare la bandiera dell'abolizione dei privilegi. Anche per questo è saltata, per la terza volta, l'audizione del direttore generale della Rai, Mario Orfeo, in commissione di Vigilanza Rai. Orfeo doveva essere audito oggi alle 14, ma proprio la lunga discussione sulla pdl Vitalizi e la conferenza dei capigruppo hanno fatto saltare l'appuntamento. 


«Noi, non ci sfiliamo, siamo disposti a lavorare di notte» hanno detto tranquilli i pentastellati. Ecco le parole del deputato M5S Danilo Toninelli: «C'è una chiara volontà ostruzionistica di allungare i tempi e far saltare così l'approvazione della revisione dei vitalizi. Il MoVimento Cinque Stelle è disposto a rinunciare a tutti i suoi interventi, compreso quello inerente la dichiarazione di voto finale». Risponde il capogruppo Pd Ettore Rosato. «Che faccia tosta» è una cosa «imbarazzante», perché «l'ostruzionismo lo hanno fatto loro, chi non vuole votare sono loro». «Smettete voi al più presto di fare ostruzionismo, visto che da stamattina avete fatto lunghi interventi e ve ne uscite ora con questa cosa», conclude l'esponente dem.

Forza Italia non ha partecipato al voto finale. La decisione, a quanto si apprende, è stata presa nel corso della riunione del gruppo a cui ha partecipato anche telefonicamente anche Silvio Berlusconi che ha bollato il provvedimento come incostituzionale e lesivo dei diritti degli italiani perché a rischio per la retroattività ci sono 20 milioni di pensioni.

Nel corso dell'incontro - viene riferito - a riportare il pensiero del Cavaliere è stato uno dei suoi consiglieri, Sestino Giacomoni, che aveva parlato con l'ex premier nel corso della riunione con i coordinatori regionali ed anche in quell'occasione il Cavaliere aveva sottolineato come Fi non poteva sostenere una legge incostituzionale. Noi - è il ragionamento di Berlusconi - non vogliamo difendere la casta ma i diritti degli italiani e non possiamo accettare un provvedimento retroattivo che mette a rischio le pensione di 20 milioni di persone. Noi siamo quelli che hanno aumentato le pensioni. Un discorso che il Cavaliere ha riferito poi in diretta agli stessi parlamentari collegandosi tramite il telefono di Renato Brunetta ed invitando tutti all'unità del gruppo visto che tra le file azzurre c'è chi avrebbe voluto sostenere il disegno di legge Richetti. Non possiamo accettare - avrebbe poi detto il Cavaliere - che si fa cassa sulla pelle degli italiani. Di qui la decisione di rimanere in Aula ma non partecipare al voto finale. L'ex capo del governo ha aperto la telefonata dicendo di star lavorando per il futuro di tutti.

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