Vitalizi, blitz del Pd. Duello con M5S

Vitalizi, blitz del Pd. Duello con M5S
di Stefania Piras e Diodato Pirone
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Martedì 18 Luglio 2017, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 16:04
Si riapre la battaglia sui vitalizi degli ex parlamentari. Ieri il M5Stelle, per bocca di Luigi Di Maio, è tornato a chiedere una accelerazione su questo tema. E a stretto giro di posta il Pd via una dichiarazione di Ettore Rosato capogruppo democrat alla Camera ha replicato annunciando una svolta definitiva «in poche ore».

Di cosa si tratta? Il Pd sta lavorando ad una proposta molto semplice: trasformare in regolamento parlamentare, e non più in legge, quanto previsto dal disegno di legge per il ricalcolo dei vitalizi che porta la firma di Matteo Richetti.

AUTODICHIA
La legge Richetti finora non è stata inviata all'Aula perché manca la relazione tecnica della Ragioneria dello Stato (i vitalizi sono pur sempre spesa pubblica). La relazione ha bisogno di una serie di dettagli che finora la presidenza della Camera non ha fornito anche perché i tecnici sono divisi sulla strada da seguire. Il fatto è che per le Camere vige la legge dell'autodichìa che ne tutela l'autonomia finanziaria e dunque molte spese - fra le quali quelle per i vecchi vitalizi che com'è noto sono stati aboliti dal 1 gennaio 2012 - si sono sempre basate su regolamenti adottati dalle presidenze delle Camere e non su leggi.

Di fronte all'impasse ieri i pentastellati hanno ricominciato a suonare la grancassa dell'indignazione mentre i democrat paiono aver deciso di tagliare il nodo gordiano dei vitalizi e imbroccare la strada dei regolamenti. Ma anche qui c'è ancora qualche incertezza perché non è facile (contatti frenetici sono in corso in queste ore) sintonizzare sulla stessa frequenza gli uffici di presidenza di Camera e Senato. Fatto sta che se le proposte di Richetti passassero (sotto forma di regolamento o legge poco importa) il mondo dorato dei vitalizi parlamentari subirebbe uno scossone epocale. In sintesi (Richetti lo spiega nel dettaglio sulla sua pagina Facebook) si tratterebbe di ricalcolare gli assegni sulla base dei contributi effettivamente versati eliminando così alla radice il fenomeno delle rendite assicurate.

LA SFIDA
Perché i vitalizi, dice Di Maio, rimangono «un privilegio medievale e incostituzionale». Il tema sarà presente anche il 22,23 e 24 settembre alla festa nazionale del Movimento, Italia cinque Stelle, che si svolgerà a Rimini. Una sfida non da poco: a una settantina di chilometri, a Imola, il 24 settembre ci sarà la serata conclusiva della Festa dell'Unità con Matteo Renzi. Sceglie Rimini il M5S, città dove alle scorse amministrative non venne certificata la lista elettorale. Lì sarà proclamato il candidato premier ufficiale del M5S (tutti guardano a Luigi Di Maio). Il format della festa sarà molto simile a Sum, l'evento organizzato a Ivrea in memoria di Gianroberto Casaleggio. Ma nel frattempo, guerra ai vitalizi. «Già il 20 giugno scorso - scrive il M5S - la Ragioneria generale dello Stato aveva inviato alle Camere una nota con richiesta di chiarimento. Ma le Camere non hanno ancora risposto». Così Laura Castelli, Luigi Di Maio e Riccardo Fraccaro che ieri appunto hanno fatto visita alla Ragioneria dello Stato per capire cosa stia rallentando l'invio della relazione tecnica da parte del Mef di cui ha bisogno la legge Richetti per proseguire il suo iter. «Secondo la Rgs, c'è un problema sul ruolo dell'Inps e manca il dato dei contributi della parte datoriale, ossia allo stesso Parlamento». La palla ora passa ai presidenti Boldrini e Grasso.