Vaccini, i medici M5S in lista sono a favore: «Abrogare la Lorenzin non è una priorità»

Vaccini, i medici M5S in lista sono a favore: «Abrogare la Lorenzin non è una priorità»
di Stefania Piras
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Martedì 6 Febbraio 2018, 10:18
Manca un mese esatto alle elezioni e già ci sono divisioni politiche estreme tra candidati M5S. Basta leggere il messaggio che Roberta Lombardi ha scritto a Luigi Di Maio: «Gentile capo politico, non autorizzerò nessun evento della campagna elettorale per le Regionali Lazio 2018 in cui sarà presente la senatrice Elena Fattori. Le sue posizioni in tema di salute e vaccini sono individualistiche e fuori dalla linea politica nazionale». Lombardi conclude così: «Non costringetemi attraverso comunicazioni pubbliche a separare le nostre campagne». Dunque, questa è la geografia sotto il cielo pentastellato: c'è Sara Cunial, capolista alla Camera in Veneto che ha accostato i vaccini al genocidio. C'è Roberta Lombardi che dice: «Sui vaccini dico sì alla raccomandazione e no all'obbligo». Poi c'è la tanto ostracizzata senatrice Elena Fattori. Ha lavorato a stretto contatto con l'immunologo Guido Silvestri che ha elaborato la proposta ufficiale del M5S sui vaccini e che soprattutto considera il decreto Lorenzin una buona base di partenza. Fattori dice: «In seguito a una pericolosa diminuzione delle coperture vaccinali una soluzione a tutela della salute era necessaria».
CANDIDATI ALL'UNINOMINALE
E anche i medici candidati nell'uninominale dal M5S respingono con forza lo spirito no vax. Nel collegio di Pomezia c'è il chimico Marco Bella che dice: «M5S non intende abrogare la legge Lorenzin domani perché ci sono altre priorità, ma l'obbligo non può essere l'unica soluzione a lungo termine. Il professor Roberto Burioni ha definito ragionevole la nostra proposta». E c'è anche Giorgio Trizzino, direttore medico dell'Ospedale dei Bambini di Palermo e candidato nel collegio uninominale del capoluogo siciliano che scrive: «Chi pensa che l'idea che il vaccino sia un optional e non una necessità per la salute individuale e collettiva, che si possa affidare la sua attuazione a una decisione personale legata a una presunta libertà di scelta dimostra di non conoscere quale ruolo rivoluzionario abbia giocato, nella lotta alle malattie infettive, l'introduzione dei vaccini». E infine c'è il deputato Matteo Mantero che ha messo il cartello torno subito: «A breve uscirà un comunicato con la nostra posizione ufficiale e chiara una volta per tutte».
Nel frattempo l'avvocato paladino degli espulsi M5S Lorenzo Borré ottiene una prima importante vittoria. Il tribunale di Roma ha emesso una sentenza in cui dice che le espulsioni di Roberto Motta e Antonio Caracciolo durante la corsa alle Comunarie di Roma 2016, quelle che hanno incoronato Virginia Raggi con 1.764 voti, erano illegittime e per questo il M5s, ovvero le due vecchie associazioni del 2009 e del 2012, dovrà pagare 30 mila euro di spese legali. Si tratta della prima causa contro delle espulsioni e rischia di essere una slavina giudiziaria. Perché in tanti vogliono ricorrere contro le recenti parlamentarie del M5S. A breve infatti ci sarà l'udienza di un militante romano a cui è stato vietato di candidarsi con il M5S nel 2016. La sua colpa era aver fatto parte dell'Idv, proprio come l'attuale candidato eccellente Elio Lannutti.
 
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