Unioni civili, Renzi: ho giurato su Costituzione, non su Vangelo. Chiesta fiducia perché ci siamo giocati la faccia.

Matteo Renzi
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Giovedì 12 Maggio 2016, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 20:52

«La fiducia serve per verificare se si può andare più veloce in Parlamento ma anche un rischio: significa dire 'su questa cosa mi gioco la faccia del governo, perché se non funziona vado a casa'». Lo ha detto il premier Matteo Renzi a Porta a porta, parlando della fiducia che il governo ha posto sulla legge sulle unioni civili.

«Ogni volta sui diritti delle coppie dello stesso sesso si è fatta una legge che diventava un bellissimo oggetto di discussione elettorale ma non materia parlamentare. E invece adesso finalmente le cose si fanno. La legge è equilibrata, di compromesso, non tutti possono esultare», ha aggiunto. «È una festa per tutti? No, perché molti dicono non ci sono pieni diritti, altri dicono che è stato fatto troppo. Però adesso è realtà, prima si chiacchierava e basta».

«L'atteggiamento negativo di parte della gerarchia e di parte del mondo cattolico era ovviamente atteso. Io sono cattolico ma faccio politica da laico: ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. Ma ho rispetto di tutti e conoscendo il mio mondo sapevo che le polemiche ci sarebbero state. È assolutamente rispettabile che ci sia chi non è d'accordo», ha aggiunto. 

«In questo momento non ci sono i numeri» in Parlamento per intervenire sulle adozioni, ha proseguito. Anche per le coppie eterosessuali c'è un «sistema complicatissimo, farraginoso. Di fronte a questo tema mi piacerebbe che si potesse discutere serenamente: se si poteva fare in questa legislatura l'avremmo già fatta. Vedremo se cambierà qualcosa da qui al 2018 ma la mia preoccupazione adesso è valorizzare quello che si è fatto».

Poi Renzi affromta il tema referendum sulle riforme: «Non sono stato io a personalizzare il referendum. Ma ho detto che se perdo torno a fare il libero cittadino, mi dimetto il giorno dopo e certamente smetto con la politica: è finita l'epoca in cui rimangono sempre i soliti. I cittadini non sono abituati al fatto che se qualcuno perde va a casa perchè in Italia non perde mai nessuno». Se vincesse il no si andrebbe dunque a elezioni? «Deciderà il presidente della Repubblica», ha risposto Renzi.«Le posizioni di chi sostiene il no sono legittime, c'è un professore di diritto costituzionale con cui ho studiato, De Siervo, che ha spiegato motivazioni in modo attento ma io non sono d'accordo: la riforma federale fatta del centrosinistra ha distrutto secondo me un pezzo di economia del paese».

Spacchettare il referendum costituzionale in più quesiti? «È una valutazione che non devo fare io. Ma a mio parere assolutamente no, perché se volevi spacchettare la riforma facevi quattro voti diversi in Aula. Ma non è come il gioco Tetris, non è che ognuno prende un pezzettino e lo mette dove gli pare».

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