I pediatri: adozioni gay rischiose. Ma psichiatri e psicologi: è falso

I pediatri: adozioni gay rischiose. Ma psichiatri e psicologi: è falso
di Carla Massi
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Febbraio 2016, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 09:49
Come i politici si scontrano in Parlamento sulle Unioni civili adesso, anche pediatri, psichiatri e psicologi si fronteggiano negli studi. Anche la scientificità dei camici bianchi, dunque, si divide sull'ipotesi di due genitori uomini o donne. Una divisione sovrapponibile alla questione della fecondazione assistita, dell'eutanasia o del testamento biologico.

LA PSICHE
A sorpresa, dopo settimane di dibattiti e il “Family day” di sabato, i pediatri hanno deciso di rompere il silenzio scendere in campo e dire la loro sull'ipotesi famiglia arcobaleno. «Non si può non escludere - sono le parole di Giovanni Corsello presidente della Società italiana di pediatria - che convivere con genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell'età evolutiva. Va valutato caso per caso». Avanzando critiche anche sul dibattito che «si è mantenuto su una sfera prevalentemente politica ed ideologica». Mentre sarebbe stato opportuno che la discussione comprendesse «anche profili clinici e psicologici del bambino».

Pediatri e ministro della Salute Beatrice Lorenzin hanno parlato quasi in contemporanea ieri pomeriggio. Lei, da Facebook ha fatto appello alle donne del Parlamento perché venga aperta una discussione «senza ipocrisie» sull'adozione da parte delle coppie dello stesso sesso del ddl Cirinnà «che si traduce nella legittimazione dell'utero in affitto e dell'eterologa». «Siamo nell'ultraprostituzione -tuona il ministro - Tutto questo non ha nulla a che fare con il riconoscimento, giusto per me, delle unioni civili e del rispetto perle coppie omosessuali. In gioco ci sono i diritti dei bambini che ancora devono nascere ad avere una madre e un padre, e i diritti delle donne che in questo nostro tempo impazzito sembrano essere regrediti».

GLI STUDI
Risposta secca ai pediatri quella degli psichiatri intenzionati a riportare l'analisi della questione su un piano meramente scientifico, studi e ricerche alla mano. E ai colleghi pediatri dico che è prematuro esprimere opinioni. «Ciò che conta - interviene Claudio Mencacci presidente della Società italiana di psichiatria - è la capacità affettiva dei genitori. Il loro saper accogliere e seguire la crescita dei bambini creando un ambiente sicuro, sereno e protettivo. E questo non dipende certo dal genere dei genitori». Per i pediatri guidati da Giovanni Corsello, invece, la maturazione psicoaffettiva del bimbo potrebbe essere indebolita e incerta «all'interno di una famiglia conflittuale ma anche di un nucleo genitoriale senza padre e madre come modelli di riferimento».

Dritto contro i colleghi anche Giuseppe Mele, presidente della Società medici pediatri, che definisce la presa di posizione come «un parere personale». Divisione inaspettata. «I pediatri sono al servizio dei bambini, non delle ideologie - aggiunge Mele - nostro auspicio è che la legge vada nella direzione che noi medici speriamo. Quella di potersi prendere cura dei pazienti a prescindere da quella che è la cultura, l'orientamento, le convinzioni della famiglia di origine».

Le Famiglie Arcobaleno hanno l'appoggio del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli psicologi. «Non è la doppia genitorialità spiega il presidente Fulvio Giardina -a garantire una sviluppo equilibrato e sereno dei bambini ma la qualità delle relazioni».