Unioni civili, nel Pd scontro totale laici-cattolici. Si tenta l'accordo sul pre-affido

Unioni civili, nel Pd scontro totale laici-cattolici. Si tenta l'accordo sul pre-affido
di Emilio Pucci
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Sabato 23 Gennaio 2016, 08:55
Un piccolo spiraglio. Tra i 67 emendamenti presentati dal Pd a palazzo Madama soltanto uno potrebbe riuscire a superare l'impasse sulla stepchild adoption. L'ha avanzato un senatore cattolico: sotto traccia si sta lavorando per far sì che in Aula si possa raggiungere una convergenza per non spaccare il partito: la proposta prevede un periodo di affidamento limitato nel tempo prima che il giudice possa decidere sull'adozione del figlio del partner. Fu Verini il primo a lanciarla ma ora si sta rimodulando, inserendo paletti più stringenti. Ieri ci sono stati contatti informali tra molti cattodem e i senatori renziani su questa sorta di foglio rosa che durerebbe uno o due anni e che, insieme ad altre norme inserite per circoscrivere la stepchild adoption, verrebbe accettato da molti di quelli che chiedono l'affido rafforzato.

LE POSIZIONI
Renzi ha lasciato al gruppo dem la patata bollente di trovare un'intesa ma gli altri emendamenti presentati si limitano a registrare le posizioni esistenti. Il punto, però, è che molti cattodem sono vicini al premier e proprio per questo motivo difficilmente consumeranno lo strappo in Aula. Consapevoli che una frattura, al di là della libertà di coscienza lasciata anche dal segretario, avrebbe conseguenze politiche non di poco conto. Nelle prossime ore si porterà avanti il lavoro di convincimento nei confronti di chi, da Pagliari a Del Barba solo per citare alcuni, ha sempre sposato la causa del presidente del Consiglio nei passaggi decisivi in Parlamento.

RESPONSABILITÀ
Il premier nel chiedere ad ogni parlamentare dem un'assunzione di responsabilità ha cercato di spronare le contrapposte fazioni ad avvicinarsi. Ma in mancanza di un accordo la linea resta quella della conta in Aula, a meno che prima del voto segreto sull'articolo 5 i numeri non siano talmente sconfortanti dal richiedere lo stralcio, anche sull'onda del Family day. Le parole del Papa ai piani alti del Nazareno sono state considerate come un ulteriore invito ad evitare l'equiparazione tra le unioni civili e l'istituto del matrimonio. L'opera di limatura del ddl compiuta ieri nelle riunioni Pd da Scalfarotto, Cirinnà, Campana e sotto lo sguardo vigile di Zanda, ha avuto l'unico obiettivo di superare ogni dubbio di costituzionalità. E' stato lasciato al capogruppo dem in Commissione Giustizia, Lumia, il compito di avanzare un compromesso: esplicitare il ruolo del giudice che può disporre “verifiche e indagini”, ribadire che non c'è alcun automatismo nel percorso dell'adozione del figlio del partner. E' stato eliminato qualsiasi riferimento alle sezioni del codice civile che disciplinano il matrimonio e in merito al regime patrimoniale si prevede “la comunione dei beni” e la reversibilità della pensione spettante a una parte dell'unione civile “in caso di morte del prestatore di lavoro”. Ma l'offerta e' stata subito rispedita al mittente dai cattodem che con i loro 9 emendamenti hanno deciso di andare avanti per la propria strada. Anche sul reato universale per la pratica dell'utero in affitto, divergendo dalla posizione ufficiale del gruppo che rinchiude il tema in un ordine del giorno.

A palazzo Madama incombe quindi il rischio caos con una valanga di voti segreti sui circa 6000 emendamenti depositati. Il timore, tra i dem, è che, soprattutto se M5s dovesse sfilarsi, possa saltare l'intero impianto della legge. Da qui l'ultimo tentativo che potrebbe concretizzarsi già nel gruppo di martedì quando si voterà per evitare il liberi tutti sul voto finale.