Unioni civili, documento dei cattolici dem: via la stepchild adoption. E' scontro

Unioni civili, documento dei cattolici dem: via la stepchild adoption. E' scontro
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Giovedì 14 Gennaio 2016, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 13:32

E' scontro nel Pd sulle Unioni civili dopo la pubblicazione di documento firmato da una parte della componente cattolica del partito in cui si chiede di stralciare la cosiddetta stepchild adoption, cioè l'adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner.

Nel documento, in particolare, si chiede «una riformulazione giuridicamente più coerente degli art. 2, 3 e 4» del ddl Cirinnà «che eviti rimandi alla norme del Codice civile sul matrimonio ivi considerato nella sua eccezione costituzionale». Inoltre che «l'art.5 che introduce la cosidetta stepchild adoption sia stralciato e venga rinviato ad una riforma più organica degli istituti paragenitoriali ovvero sostituito con soluzioni normative che evitino di legittimare o incentivare comportamenti gravemente antigiuridici», come l'utero in affitto.

«Non è uno stop, non è un arresto. Pensiamo solo che questa possa essere la strada per favorire una mediazione, tenere unito il Pd e anche la maggioranza». Questo lo spirito del documento, al momento firmato da 37 deputati dem, in cui si chiede lo stralcio della stepchild adoption dal ddl sulle unioni civili.

In un emendamento presentato dai "Cattodem" al Senato sull'affido rafforzato si prevede inoltre «l'affidamento personale del minore alla parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso quando lo stesso è figlio, anche adottivo, dell'altra parte dell'unione civile e il genitore biologico estraneo all'unione civile sia sconosciuto, deceduto o decaduto dalla responsabilità genitoriale». L'emendamento, a quanto si apprende, prima del 22 gennaio potrà essere corretto o integrato. 

«Lo facciamo con uno spirito unitario - spiega ancora Alfredo Bazoli durante la conferenza stampa di presentazione del documento a Montecitorio - e con la voglia di contribuire a una mediazione, convinti che sia utile al Pd e alla legge».

«Il dialogo è importante, giusto, sacrosanto: l'abbiamo sempre voluto e continuiamo a cercarlo fino alla fine. Ma l'asticella dei diritti sociali e civili della legge non può scendere, il testo non si può fare a pezzetti». Con queste parole tuttavia Micaela Campana, responsabile Diritti della segreteria Pd, dice no alla proposta di un gruppo di parlamentari cattolici Dem di stralciare la cosiddetta «stepchild adoption» dal testo sulle unioni civili. «Non si può abbassare l'asticella sui diritti dei bambini», aggiunge.

«Ogni contributo è utile quando si deve affrontare una legge attesa da anni per affermare i diritti delle coppie di fatto etero e omosessuali. L'Italia può e deve recuperare un ritardo incomprensibile rispetto ad altri Paesi europei, di fronte ad una realtà sociale che cambia». Lo afferma Marina Sereni, del Pd, vicepresidente della Camera. «La stepchild adoption è un istituto che si muove dentro questa logica. Le modalità di attuazione di questo meccanismo possono essere pensate con attenzione, ricercare la massima unità nel Pd è indubbiamente giusto, tutto è migliorabile ma sarebbe sbagliato non riconoscere il lavoro di mediazione già svolto al Senato. Ricominciare daccapo - conclude Sereni - sarebbe un grave errore».

«Sono a favore della stepchild, la mia posizione è nota e la ribadisco». Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, risponde così ai cronisti alla Camera sull'eventuale stralcio del punto sulle adozioni dal ddl unioni civili.

«Sono contrario allo stralcio della stepchild adoption. Il ddl Cirinnà è già una buona mediazione», dichiara Gianni Cuperlo del Pd a Giornalettismo.com. «Renzi ha dato libertà di coscienza, tutti hanno rinunciato a qualcosa. Io sono favorevole ai matrimoni gay, ma capisco che non ci sono le condizioni in questo Parlamento. Ma ora resti l'intero pacchetto, comprese le adozioni».

Intanto scatena polemiche anche la lista pubblicata dal sito Gay.it con l'elenco dei 31 senatori del Pd che voterebbero contro il ddl sulle unioni civili qualora l'articolo 5 sulla stepchild adoption non venisse cancellato o stralciato. De Giorgi pubblica tutti i nomi dei senatori incriminati, precisando che i più accesi sostenitori di questa linea sarebbero Nicoletta Favero, Rosa Maria Di Giorgi e Stefano Lepri.

«L'iniziativa di Gay.it è sicuramente inopportuna. Riconosco a questa testata di aver informato, soprattutto negli ultimi mesi, con puntualità e precisione, sull'iter parlamentare del ddl unioni civili dando un utile contributo nel dialogo la politica e il mondo associativo. Proprio per questo mi stupisce negativamente la scelta di stigmatizzare la posizione di alcuni senatori del mio partito, non solo in modo errato, ma soprattutto basandosi su indiscrezioni del tutto infondate. Mancano due settimane all'approdo in aula del ddl 2081 e saranno proprio i giorni a venire ad essere determinanti. Auspico che tutti gli attori in campo, dentro e fuori i palazzi della politica, sappiano
assumersi quel ruolo di responsabilità necessario a dare all'Italia una legge giusta, non discriminatoria e che tuteli gli adulti e i bambini», dichiara la senatrice del Pd, Monica Cirinnà.

«Sui diritti delle persone in queste ore sta andando in scena l'ennesimo balletto insopportabile da parte della maggioranza e del governo. Spiace dover constatare che in un Paese in cui la classe dirigente in tutti questi decenni è stata ipocrita, arretrata ed ottusa, di fronte ad ogni passo che si prova a fare per garantire diritti i siano sempre coloro che vogliono toglierne. Ci riferiamo a quei deputati del Partito Democratico che hanno firmato un documento che chiude sulla stepchild adoption». Lo afferma Nicola Fratoianni esponente di Sinistra Italiana e coordinatore di Sel.

 

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