Unioni civili, 40 senatori presentano ricorso alla Corte Costituzionale: «Iter irregolare»

Unioni civili, 40 senatori presentano ricorso alla Corte Costituzionale: «Iter irregolare»
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Giovedì 4 Febbraio 2016, 21:49 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 08:23

L'avvicinarsi del voto sugli emendamenti alle unioni civili, a partire da mercoledì prossimo, alza la tensione dentro al Pd: una apertura da parte di Giorgo Tonini, all'ipotesi di stralcio della stepchild adoption, ha provocato una alzata di scudi da parte di esponenti dell'ala laica, ai quali ha replicato con un intervento in Aula molto critico sul ddl Cirinnà la cattoDem Maria Di Giorgi. E in questo contesto anche i M5s hanno ribadito il «no» a modifiche del testo. Ad alzare la tensione anche un ricorso alla corte costituzionale di 40 senatori di centrodestra, guidati da Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello, secondo i quali il presidente del Senato Pietro Grasso ha permesso un iter irregolare del ddl. Grasso ha liquidato come «azzeccacarbugli» i 40, ribattendo punto per punto il merito del ricorso.

In queste ore il gruppo di lavoro del Pd che si occupa delle unioni civili ha individuato gli emendamenti (già presentati dal senatore Lumia) che riscrivono gli articoli 2 e 3 del ddl Cirinnà, in modo da diversificare maggiormente le unioni civili dal matrimonio. Esattamente una delle richieste di Ap e del mondo cattolico. Rimane sempre in campo l'ipotesi di raggiungere una mediazione che ricompatti l'intera maggioranza per non dipendere dai voti di M5s, su cui molti dubitano tuttora, nonostante le assicurazioni di Nicola Morra. Proprio in questa ottica Giorgio Tonini, anch'egli cattolico ma sostenitore finora della stepchild adoption, ha aperto all'ipotesi dello stralcio, a cui dovrebbe seguire un rapido esame da parte del Parlamento di una legge organica sulle adozioni speciali. Immediata l'alzata di scudi da parte dei 14 senatori della corrente di Matteo Orfini e Andrea Orlando, i «giovani Turchi», della responsabile diritti del Pd Micaela Campana e anche di Beppe Lumia, capogruppo in commissione Giusizia.

Per non parlar dell'aula, dove il bersaniano Federico Fornaro e Lucrezia Ricchiuti, di reteDem hanno minacciato di non votare il ddl se venisse stralciata la stepchild adoption. Ma tale minaccia ha fatto arrabbiare i cattoDem, con un duro intervento di Maria Di Giorgi in Aula contro l'utero in affitto a cui la stepchild adoption aprirebbe le porte. Ma più ancora ha indispettito i cattoDem il fatto che i laici pretendano di non essere vincolati da una mediazione che non sia sul loro terreno. Il «niet» di Mario Giarrusso, capogruppo di M5s in Senato, allo stralcio però non rassicura tutti, perchè egli ha ribadito che il Movimento deciderà «in corso d'opera» come votare. Su un altro piano l'altra polemica della giornata, con 40 senatori di centrodestra, guidati da Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello, che hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, perchè l'iter del ddl Cirinnà non sarebbe quello normale e avrebbe violato l'articolo 72 della Carta. Un attacco al presidente Pietro Grasso, etichettato come «don Abbondio» da Andrea Augello. Grasso ha ribadito la correttezza dell'iter parlamentare, d'altra parte deciso dalla conferenza dei capigruppo e dall'aula che è sovrana. In più ha etichettato come «azzeccacarbugli» quanti hanno tentato con migliaia di emendamenti ostruzionistici di bloccare la discussione: «è una pessima Idea» ha aggiunto ironizzando sul nome del movimento di Quagliariello.

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