Toghe, Renzi insiste con il taglio ferie: dubbi del ministro della Giustizia

Toghe, Renzi insiste con il taglio ferie: dubbi del ministro della Giustizia
di Silvia Barocci
3 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Settembre 2014, 23:27 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 19:56
ROMA - La riforma della giustizia civile? Su quella tutti concordano.

E’ stato il refrain delle lunghe settimane di consultazione estiva del ministro Orlando con maggioranza e opposizione. Eppure, a una settimana dal varo in consiglio dei ministri del pacchetto giustizia, è proprio il decreto legge per abbattere l’arretrato civile a non essere stato ancora trasmesso al Quirinale per la firma del Capo dello Stato e la successiva la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Il motivo? Le ferie dei magistrati. Che il premier Renzi in persona intende tagliare da 45 a 36 giorni l’anno. Dopo aver preteso e ottenuto che nel decreto sul civile fosse inserita la norma che riduce da 45 a 25 giorni (6-31 agosto dal 2015) la sospensione feriale dei tribunali, il premier ha puntato dritto anche alle vacanze dei magistrati: «Quarantacinque giorni? Troppo lunghe». La convinzione del presidente del Consiglio è che, anche a costo di aprire un nuovo fronte di scontro, la riduzione sia un passaggio necessario per contribuire alla velocizzazione dei processi e allo smaltimento degli arretrati.



PERCORSO AD OSTACOLI

Tema non facile da affrontare per decreto legge, sia politicamente che tecnicamente. Chi mai in passato ha osato toccare l’ordinamento giudiziario del 1942 addirittura con un provvedimento d’urgenza e senza consultare prima l’Associazione nazionale magistrati? L’Anm, peraltro, ha già altre ragioni di malcontento e non le ha nascoste. Il sindacato delle toghe ha storto il naso a proposito del ddl governativo sulla responsabilità civile che va sì a sostituire il testo punitivo del leghista Pini agganciato alla Comunitaria (ieri l’emendamento è stato soppresso al Senato), ma dovrà comunque fare i conti con l’abolizione dei filtri ai ricorsi dei cittadini che si ritengono vittime di errori giudiziari e con l’obbligo di rivalsa dello Stato sul magistrato fino al 50% del suo stipendio.



Nel rimpallo tra gli uffici di via Arenula e quelli del Dagl, vale a dire il Dipartimento affari legislativi di Palazzo Chigi retto da Antonella Manzione, il ministero della Giustizia fa laconicamente sapere che «sono in corso approfondimenti tecnici». Probabilmente sarà necessaria una norma transitoria che faccia valere i tagli di ferie dal 2015, così da salvare quelle già maturate dalle toghe nell’anno in corso. O, più realisticamente, Orlando dovrà fare i conti con le obiezioni che già qualche giorno fa, quando era cominciata a circolare la voce della precisa indicazione di Renzi, il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli aveva sollevato: «Inefficienze e ritardi della giustizia non dipendono dalle ferie dei magistrati ma dall’inadeguatezza della normativa processuale e da un problema di risorse». Il nodo potrebbe sciogliersi tra oggi e domani, prima che il testo venga inviato al Colle.



FALSO IN BILANCIO

Non è questa, però, l’unica questione aperta. Se i problemi ci sono anche sul testo che sembrava essere il più blindato di tutti, figuriamoci su quelli che riguardano gli spinosissimi temi del falso in bilancio, dell’autoriciclaggio e di altre norme penali. Sul falso in bilancio (reclusione da 2 a 6 anni con la procedibilità a querela solo per le aziende che non raggiungono i requisiti minimi per essere assoggettate a procedura fallimentare), il Ministero dello Sviluppo economico ha sollevato obiezioni sul rischio di ledere l’attività delle piccole aziende. Critiche condivise da Ncd e, ancor di più, da Forza Italia. Anche la formulazione dell’autoriciclaggio (da 3 a 8 anni di carcere) è in fase di riscrittura, con l’obiettivo di circoscrivere i casi di punibilità a chi abbia operato in modo tale da ostacolare l’identificazione del provenienza delittuosa del denaro. Infine, la delega al governo per riscrivere le norme sulle impugnazioni potrebbe essere limitata al divieto di ricorso in Cassazione delle sentenze di doppia conforme in caso di assoluzione (e non anche di condanna). Ma i testi del penale avranno bisogno di ulteriori limature. Il primo scoglio, ora, è quello delle ferie dei magistrati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA