San Luca, nel Comune calabrese sciolto per mafia nessun candidato alle elezioni: lasciateci il commissario

San Luca e il commissario Salvo Gullì
di Mario Meliadò
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Giovedì 25 Maggio 2017, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 19:18
San Luca dei rapimenti e della strage di Duisburg, non San Luca di Corrado Alvaro. San Luca dei summit mafiosi al Santuario di Polsi o della segnaletica crivellata a fucilate, non dei panorami alle falde del Bonamico dalla bellezza commovente. Quest’angolo di Calabria si dibatte tra contraddizioni immense per i tentativi di scrollarsi di dosso l’immagine di “capitale della ‘ndrangheta”.

Dopo due anni di commissariamento, l’11 giugno prossimo la parola doveva tornare agli elettori sanluchesi per l'elezione del sindaco: ma non è stata presentata alcuna lista e il mese prossimo quindi non si voterà. Niente “ritorno alla Democrazia” in un paesino di neanche 4mila anime in cui quasi tutti si chiamano Nirta e Strangio e Pelle e Vottari, come i protagonisti di una faida cruenta e infinita. Dove lo Stato è considerato “patrigno”, più che per l’azione repressiva per la plastica assenza: zero servizi, onesti lasciati soli. 

Spasmi legalitari e contraddizioni, come nel 2011, quando 200 sanluchesi c’erano, all’inaugurazione della caserma dei Carabinieri. Accanto all’allora sottosegretario all’Interno Francesco Nitto Palma c’era il sindaco “antimafia” Sebastiano Giorgi: due anni dopo, fu arrestato per 416-bis e voto di scambio. Il Comune, inevitabilmente, venne sciolto per mafia. 
 
Nel maggio 2013, la sorpresa: il Viminale invia come commissario il messinese Salvo Gullì. Un tostissimo dirigente della Prefettura di Reggio Calabria, che ha subìto decine d’intimidazioni durante analoghi incarichi a Lamezia Terme, a Seminara (il clan Santaiti arrivò a incendiare il Municipio), nel “verminaio” dell’Azienda sanitaria reggina. Il suo Dna non mente: nel giro di due anni, San Luca è stravolta.
 
Poca filosofia, Gullì parla il linguaggio della gente e si mette a lavorare a testa bassa: zero proclami o annunci roboanti, tantissimi fatti. In un biennio, mette a segno una spending review degna del miglior Enrico Bondi: -83% di telefonia mobile (da 11mila a 1.900 euro), -74% (da 218mila a 57mila euro) per l’acqua, che torna a scorrere dai rubinetti dei sanluchesi e ora produrrà entrate, perché quella in eccedenza sarà venduta alla vicina Benestare, mentre il commissario incassa un risparmio da 300mila euro – enorme, per l’esangue bilancio comunale – grazie a una transazione con sconto del 57% sul micidiale debito idrico accumulato in decenni. Altri 400mila vengono recuperati in compensazione di crediti Iva e Irap.
 
Intanto Casa Fera - stabile che sorge In uno dei crocevia più suggestivi del territorio aspromontano - si fa bella diventa Centro visita del Parco nazionale d’Aspromonte: per la prima volta, attecchisce il turismo d’area. Spariscono decine di discariche a cielo aperto, via tonnellate di spazzatura riversate per le strade, che finalmente ricevono nomi e numeri civici. Dove l’evasione dei tributi era generalizzata, si costruiscono alloggiamenti in muratura per i contatori delle utenze. E il 21 maggio, presenti il sottosegretario alla presidenza Maria Elena Boschi e il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, “impazziscono” in tremila alla riconsegna dello Stadio, rimesso a nuovo in 21 giorni, e battezzato dall’amichevole tra Nazionale Cantanti e – evocativamente – Nazionale magistrati. Dopo decenni alla macchia, a San Luca lo Stato s’è fatto acciuffare.  
 
Malgrado due anni di commissariamento però né i sanluchesi né i partiti riescono a mettere in piedi qualche candidatura. Scatta il pressing affinché l’amatissimo commissario rimanga. Nei bar circola una “lettera aperta” al ministro dell’Interno, il reggino Marco Minniti, che recita così: «Non meritiamo di ripartire da zero, ma di continuare a essere accompagnati da un uomo di Stato in cui tutti abbiamo riposto fiducia».
 
Un paio di giorni dopo, il prefetto di Reggio Calabria Michele di Bari conferma Salvo Gullì al “timone” dell’Ente fino al giugno 2018. «L’affetto della gente di San Luca mi ha commosso – commenta lui – ma spero che fra un anno i tempi per tornare alle urne siano maturi». C’è da scrivere una pagina nuova.  


 
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