Roma, Berlusconi: divisi si perde Salvini all'attacco: ma l'alleanza resta

Roma, Berlusconi: divisi si perde Salvini all'attacco: ma l'alleanza resta
di Emilio Pucci
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Sabato 30 Aprile 2016, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 14:30
Si prova a circoscrivere l'incendio, «si tratta solo di elezioni amministrative», ricorda Berlusconi; «non e' la fine del centrodestra, Marchini è solo una scelta sbagliata per Roma», dice Salvini, «il mio avversario è Renzi». Ma il leader del Carroccio e il Cavaliere sono ai ferri corti e non fanno nulla per mascherarlo. Anzi: il giovane Matteo gioca ancora sull'eta' anagrafica a suo favore: «Gli sono grato ma il tempo passa per tutti. Non può dire per 20 anni sempre le stesse cose. Riproporre agli italiani il vecchio schema è indigeribile». Ottenendo dall'ex premier una risposta tranchant: «Senza di me il centrodestra non esiste», se le ali estreme decideranno di andare sole «finiranno per isolarsi ed essere ininfluenti, consegnando il Paese alla sinistra».

IL DAY AFTER
Il giorno dopo la decisione di FI di convergere sull'ingegnere romano è battaglia a tutto campo tra gli azzurri da una parte e Lega e FdI dall'altra. La Meloni rincara la dose: «Gli elettori di FI votino noi contro gli inciuci», FI ha deciso di «aiutare un governo infame, per noi chi la lo fa si porta fuori dal centrodestra». E' rissa dunque: resta l'alleanza a Milano, si andrà divisi anche a Torino e Napoli ma soprattutto sarà difficile ricomporre il quadro dopo le amministrative. Berlusconi respinge gli attacchi: «E' una stupidaggine» dire che l'esecutivo «mi sta ricattando sulle aziende», l'obiettivo è quello di «mandare a casa un governo illegittimo, costituiamo insieme i comitati per il no al referendum in ogni regione».

 

LA PARTITA
La partita decisiva per il futuro della coalizione si gioca sulla Capitale: le urne del 5 giugno saranno una sorta di primarie per il centrodestra, con il Cavaliere che scommette tutto su Marchini per andare al ballottaggio, «mentre la Meloni è una politica di professione, per fare il sindaco servono capacità gestionali». «Se Marchini prende più voti della Meloni lei e Salvini avranno perso», ha ribadito il Cavaliere ai suoi, promettendo che si spenderà in campagna elettorale. Il simbolo sarà “Forza Italia” con la scritta Berlusconi e nessun accenno all'ingegnere romano, anche per volontà di quest'ultimo. Ma l'ex premier dovrà rispondere al grido d'allarme risuonato anche ieri nello stato maggiore azzurro. Perché la decisione di abbandonare Bertolaso (Berlusconi sta cercando di convincerlo ad accettare il ruolo di city manager) non ha placato gli animi. La svolta ha fatto riaffiorare nuove paure: la vecchia classe dirigente teme di essere pensionata mentre il partito è a pezzi, senza sede, senza soldi e con l'ex premier che non sembra voler far nulla per ristrutturarlo. Anche la prospettiva del centro che a detta dell'ex presidente per ora ha convinto solo una parte di FI: in primis il cerchio magico, sospinto da Letta e Confalonieri, e Tajani, mentre un'ala del partito, guidata da Romani, è tornata a ipotizzare un dialogo con Renzi, con altri ‘big' – da Toti a Bergamini, da Marin a Gasparri – che non intendono abbandonare il perimetro e neanche riaprire il confronto con Alfano e i centristi.
Intanto Berlusconi e Marchini stanno lavorando sul programma e anche Francesco Storace è pronto ad annunciare il suo passo indietro per entrare a far parte della squadra dell'ingegnere romano.