Riforme al voto, tempi a rischio: gelo di Renzi su Grasso

Piero Grasso
di Marco Conti
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Mercoledì 30 Settembre 2015, 08:47 - Ultimo aggiornamento: 16:59

«Faccia come vuole, basta che il 13 ottobre si chiude». Matteo Renzi è a New York quando apprende che il rasoio di Pietro Grasso ha tagliato la ”barba” alla montagna di emendamenti al ddl Boschi lasciando però un vistoso ”pizzetto”. Da 85 milioni di emendamenti si è passati a quasi quattrocentomila.

A prima vista uno sconto non da poco che ha irritato la Lega di Salvini e Calderoli, ma a palazzo Chigi si aspettavano molto di più. Speravano, Renzi e il ministro Boschi, che il presidente del Senato cogliesse l'occasione per esprimersi sull'ammissibilità o meno di tutti gli emendamenti. Valutare «articolo per articolo», come ha sostenuto in aula Grasso, «è un freno ad un'intesa politica complessiva sulle modifiche», sostiene il sottosegretario alle riforme Luciano Pizzetti.

VOLARE

La tensione tra palazzo Chigi e palazzo Madama continua ad essere altissima anche se ieri il presidente del Consiglio ha preferito non aggiungere nuova benzina sulla polemica. Dopo i siluri mandati verso palazzo Madama da via del Nazareno in occasione dell'ultima direzione del Pd, Renzi ha preferito far volare le colombe, ma la giornata di ieri ha riacceso tutti gli allarmi. La preoccupazione è, ovviamente, sui tempi. Se l'approvazione della riforma costituzionale dovesse andare oltre il 15 ottobre rischierebbe di intrecciarsi con la sessione di bilancio. Il conseguente stop farebbe slittare l'approvazione e il referendum confermativo che il presidente del Consiglio vorrebbe si ”celebrasse” nella primavera prossima. Senza contare che ancora poco o nulla si sa sulla quantità di voti segreti che la presidenza del Senato è pronta a concedere.

A VISTA

Stando ai precedenti, a suo tempo discussi, potrebbero esserci votazione segrete sugli emendamenti che puntano a riportare nella competenze di palazzo Madama alcune materie eticamente sensibili.

A palazzo Chigi, anche su questa eventuale scelta del presidente del Senato, si nutre più di un dubbio e si sostiene che il voto segreto va dato solo quando si discute delle questioni nel concreto non quando si decidono competenze. Resta il fatto che per ora si naviga a vista mentre il dibattito sulla riforma costituzionale non è più sul merito ma su metodi e artifizi regolamentari.

Un tentativo in aula per stanare il presidente Grasso lo ha fatto ieri il senatore del Pd Francesco Russo, ma la reazione di Grasso è stata più o meno la stessa che si registra da qualche settimana e che di fatto è stata il presupposto delle polemiche estive tra Pd-renziano, sinistra-Pd e parte delle opposizioni. Renzi, che in questi giorni ha deciso di cucirsi la bocca in attesa di vedere le mosse di Grasso e degli uffici del Senato, non ha però nessuna intenzione di veder slittare al prossimo anno la riforma. In aula è stato già depositato, dai senatori Andrea Marcucci e Franco Mirabelli un emendamento da una riga pronto a sostituire la riforma Boschi qualora dovessero saltare i tempi: «Il Senato è abolito».

Alla rivendicazione del ruolo che gli assegnano Costituzione e regolamenti, Grasso non intende però rinunciare e in tutti i modi sottolinea la sua attuale centralità che, se sommata alla resistenza della burocrazia senatoriale e al gioco di sponda della sinistra del Pd di Gotor e Chiti, rende, per Renzi, tutto molto più complicato e faticoso.

INTERESSE

«D'altra parte - ragionano i renziani - Grasso voleva un accordo politico e il Pd lo ha trovato al suo interno e con il resto della maggioranza. Se invece cerca altro lo scopriremo presto». A palazzo Chigi si tenta, per ora, di non alimentare a polemica anche se si fa notare che il clima da suspense che si respira a palazzo Madama stride con il sostanziale disinteresse dei cittadini e degli elettori per una contrapposizione dalla quale sperano solo che si esca azzerando i costi della politica. Poco altro, alle famiglie e agli elettori interessa della vicenda di un Senato che indubbiamente fatica ad auto-riformarsi. Nel pomeriggio di oggi si comincerà a votare e si vedrà su quali numeri potrà contare la maggioranza.

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