Renzi: nessun ostacolo ci potrà fermare. Due voti in un giorno, richieste di scrutinio segreto su 920 emendamenti

Renzi: nessun ostacolo ci potrà fermare. Due voti in un giorno, richieste di scrutinio segreto su 920 emendamenti
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Mercoledì 23 Luglio 2014, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 08:13

Due voti in un giorno e 920 richieste di scrutinio segreto. E' accidentato il percorso delle riforme in aula al Senato.

L'Aula, dopo sei giorni, ha bocciato oggi i primi due emendamenti al ddl sulle riforme Costituzionali. Il primo respinto abrogava le circoscrizioni Estere di Camera e Senato e anche il secondo riguardava il voto degli italiani all'estero. Il Senato ha quindi sospeso i lavori vista la imminente seduta congiunta di Camera e Senato per l'elezione di due giudici costituzionali del Csm.

«Non ci sono ostacoli che ci potranno fermare per la riforma costituzionale. Qui non molla nessuno». Lo ha asicurato il premier Matteo Renzi parlando del dibattito in corso al Senato sulle riforme.

«Non ci sarà nessun ostacolo in grado di fermarci. Potranno rallentare, potranno far sì che si stia qui ad agosto, ma non è un male. Potranno essere in grado di rinviare di qualche tempo, potranno fare qualche scherzetto sul voto segreto, ma alla fine di questo percorso l'Italia sarà messa nelle condizioni di tornare a correre», ha aggiunto Renzi.

«Vorrei garantirvi che qui non molla nessuno, abbiamo la forza di milioni di italiani che dicono "non mi sei simpatico ma ti voto", paradossalmente sei l'unica speranza. Ed è un paradosso - scherza il premier - perché mi conosco ed è un paradosso». «La riforma costituzionale è il pin per accendere il telefonino e iniziare a fare le chiamate - ha affermato ancora Renzi - Se non si fa non si sarà mai credibili per la riforma del lavoro, o del fisco o della pubblica amministrazione».

Voto segreto su 900 emendamenti. Le richieste di voto segreto sul ddl costituzionale sulle riforme sono tra le 900 e le 950.

Sugli articoli 1 e 2 sarebbero 500. La maggioranza aveva chiesto invece che lo scrutinio segreto fosse limitato a pochissimi emendamenti.

«Il numero di richieste di voto segreto non ha precedenti nella prassi parlamentare: sono 920», ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso all'inizio della seduta del Senato. Grasso ha poi spiegato che ci sarà voto per parti separate su quegli emendamenti la cui prima parte riguarda le minoranze linguistiche, su cui ci sarà lo scrutinio segreto, e la seconda parte che riguarda altri temi delle riforme.

«Irritazione» del capogruppo del Pd Luigi Zanda con Grasso, per i criteri di ammissione allo scrutinio segreto di molti emendamenti. Lo riferiscono parlamentari del Pd, dopo un botta e risposta avvenuto in Aula.

«Faccio notare all'aula, anche se forse tutti i colleghi lo hanno notato, che noi stiamo discutendo da un'ora e mezza e abbiamo votato un solo emendamento. Se non ho avvertito male, il presidente Grasso aveva fatto cenno a poteri di coordinamento della Presidenza di cui non conosco bene l'estensione e quindi vorrei chiedere al Presidente se può informare me e l'aula in che cosa consistono o se dobbiamo procedere ancora con questo ritmo di lavori ancora per il tempo necessario. Perché discutere un'ora e mezza per votare un emendamento ad un provvedimento su cui gravano 8000 emendamenti mi sembra che ci stia indicando molto sul nostro futuro», ha detto in aula Zanda.

Francesco Russo, del Pd, ha riferito ai giornalisti la posizione assunta dal suo partito in Giunta: «il regolamento del Senato prevede il voto segreto solo su una serie di articoli della prima parte della Costituzione riguardanti i diritti fondamentali. La stragrande maggioranza degli emendamenti fanno riferimento strumentalmente a quegli articoli, ma trattano altri temi, come l'elezione diretta dei senatori, o il taglio del numero dei deputati. Per noi lo scrutinio segreto si può concedere solo quando questi diritti sono il tema prevalente dell'emendamento».

Analoga la posizione di Donato Bruno e Maria Grazia Bernini di Forza Italia, di Salvatore Torrisi di Ncd e Linda Lanzillotta di Sc. Nitto Palma e Karl Zelelr hanno insistito che lo scrutinio segreto si tenga per quegli emendamenti in cui il tema dei diritti costituzionali sia prevalente. Loredana De Petris, che ha fatto richiesta dei voti segreti, ha ricevuto l'appoggio di M5s.

I «pentastellati», ha spiegato Maurizio Buccarella, non hanno chiesto alcun voto segreto ma sono d'accordo a che esso sia effettuato. Roberto Calderoli ha invece sostenuto che è il presidente del Senato che deve decidere da solo. La Giunta è comunque un organo consultivo.

Blog Grillo: «Democrazia in pericolo». «Onorevole ministro, ho seguito lo scontro che Ella ha avuto in Parlamento con i senatori dei gruppi M5s e Sel, a proposito delle riforme istituzionali in corso d'opera». Si apre così la lettera aperta che il professore Aldo Giannuli pubblica sul sito di Beppe Grillo rivolgendosi a Maria Elena Boschi. Il ministro delle Riforme viene raffigurata con un fotomontaggio come la strega cattiva della «Bella addormentata nel bosco».

Giannuli critica il piano di riforme del governo Renzi mettendolo in relazione con l'Italicum: «In definitiva - scrive - avremmo un Parlamento composto da una Camera di nominati, eletta con criterio maggioritario e con pesanti clausole di sbarramento, ed un Senato di eletti di secondo grado con doppia selezione maggioritaria, dal quale dipenderebbero quasi totalmente tutti gli organi di controllo e garanzia ed il processo di revisione costituzionale - si legge - Converrà che si tratterebbe di una situazione piuttosto anomala nel quadro delle democrazie liberali. Qualora Ella ritenesse non infondate queste preoccupazioni, sarebbe positivo che si aprisse un confronto, quantomeno sulle possibili misure per mettere in sicurezza la Costituzione».

«Entrando nel merito della questione, il rischio maggiore che io vedo in questa riforma è lo smantellamento delle misure a protezione della Costituzione volute dall'Assemblea Costituente: il sistema elettorale proporzionale (tacitamente sottinteso dal testo), il bicameralismo perfetto con la diversa base elettorale delle due Camere, l'integrazione del collegio elettorale per il Presidente della Repubblica con i rappresentanti regionali, l'istituzione di un giudice di legittimità costituzionale, le maggioranze richieste sia per l'elezione del Presidente quanto dei giudici della Consulta, nonchè per il processo di revisione costituzionale costituivano un insieme organico di norme a tutela dei meccanismo di controllo e garanzia della Repubblica, in una raffinata architettura di pesi e contrappesi», conclude Giannuli.

Bersani: «Situazione complicata, rasserenare clima». La situazione sulle riforme «si è complicata ma bisogna rasserenare» il clima: «il problema è parlarsi un pò. Non credo ci sia nessuno in Parlamento che non voglia il processo riformatore e nessuno vuol sentirsi dire che vuole frenare le riforme: vogliono sentirsi riconoscere le loro idee». Lo dice l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani a chi lo interpella alla Camera. «Alle riforme bisogna arrivarci: nessuno vince» o perde, sottolinea.

«Su alcuni punti, come i referendum e le immunità - osserva Pier Luigi Bersani - ci si può andare incontro» e discutere alcune modifiche al ddl costituzionale di riforma del Senato e del titolo V, senza modificarne i punti qualificanti. Per superare l'ostruzionismo, aggiunge, ci sono poi «possibilità di intervenire anche dal punto di vista regolamentare», senza necessariamente arrivare alla tagliola.

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