Riforme, Boccia: «Non ragioniamo per colori politici»

Riforme, Boccia: «Non ragioniamo per colori politici»
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Venerdì 27 Maggio 2016, 20:43
La strada delle riforme va perseguita e, per il giudizio, conta soltanto come sono fatte: «Non ragioniamo per colori. Il dibattito del Paese su chi sta con chi o contro chi non ci appartiene». Dopo l'assemblea annuale, il nuovo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si smarca da una lettura più politica del suo discorso d'esordio, rispondendo a chi lo ha considerato «filogovernativo». E rilancia il tema dello scambio salario-produttività, convinto che rappresenti «un meccanismo virtuoso» su cui basare le nuove regole della contrattazione. Una ricetta «vecchia», insiste il leader della Cgil, Susanna Camusso, secondo cui le parole di Boccia «non sono rassicuranti», così come non lo è «l'atteggiamento del governo».

E nella giornata di apertura della terza edizione delle "Giornate del lavoro" della Cgil, quest'anno a Lecce, arriva il messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che sottolinea il valore del lavoro e della coesione sociale ed il ruolo delle parti sociali «fondamentale per dare fiducia, speranza e futuro soprattutto alle giovani generazioni». Ma sottolinea anche che «lo sfruttamento, con l'odiosa pratica del caporalato, il lavoro sommerso, le elusioni e le illegalità, come l'utilizzo improprio dei voucher, le discriminazioni, trovano ancora spazio nel nostro Paese». Proprio sui voucher, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, (in serata all'iniziativa della Cgil) fa intanto sapere che il primo decreto correttivo del Jobs act che li riguarda andrà al prossimo Consiglio dei ministri, che dovrebbe essere convocato all'inizio della prossima settimana. Si tratta di un provvedimento che darà una stretta all'utilizzo improprio dei cosiddetti buoni lavoro (dal valore nominale di 10 euro per retribuire il lavoro accessorio, oltre 115 milioni venduti nel 2015), rendendoli tracciabili: sarà introdotto l'obbligo di inviare un sms o e-mail entro 60 minuti dall'inizio della prestazione lavorativa, comunicando tutte le informazioni dettagliate (tra cui nome, codice fiscale, luogo e data).

Una soluzione che non soddisfa la Cgil, che invece da tempo chiede che i voucher vengano cancellati (la loro abolizione è in uno dei tre quesiti referendari promossi dal sindacato insieme alla 'Carta dei diritti universali del lavorò): sono «piccole operazioni di maquillage di un istituto che non funziona», commenta Camusso, sostenendo quindi che «non bastano i cerotti, bisogna avere il coraggio» di cambiare.
Poletti parla anche dello scambio salario-produttività: il ragionamento di Boccia è «giusto», dice ricordando che, proprio in questa direzione, il governo ha reintrodotto quest'anno la tassazione agevolata al 10% per i premi di risultato, ma è «parziale», perché c'è anche il tema «degli investimenti e gli imprenditori devono prendersi la loro parte di responsabilità». Conferma che il governo non interverrà, almeno per ora, sulla materia della contrattazione: «Aspetteremo ancora un pò», che le parti sociali «sviluppino il loro confronto e prendano le loro decisioni», afferma il ministro. Per Camusso, «non c'è alcuna ragione né adesso né tra qualche mese perché il governo intervenga», visto che «il modello di relazioni industriali è delle parti sociali». Sull'altro tema caldo delle pensioni, ribadendo che la sede per decidere sarà la legge di stabilità per il 2017, Poletti afferma che l'aumento per le pensioni minime è «una opzione» su cui si ragiona.
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