Riforme al Senato dal 3 luglio, Berlusconi incalza Renzi sul presidenzialismo. Ma ribadisce: «Rispetteremo gli impegni presi»

Silvio Berlusconi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Giugno 2014, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 08:59
Il ddl sulle riforme costituzionali sar all'esame dell'aula del Senato dal 3 luglio qualora la commissione abbia concluso i suoi lavori». Lo ha deciso la conferenza dei Capigruppo di Palazzo madama, secondo quanto riferisce il presidente dei senatori Luigi Zanda. Contro la decisione hanno votato Sel e M5S.



Boschi: accordo vicino. «Vedrò Romani nei prossimi giorni e, come già stabilito, anche tutte le altre forze politiche» ha detto oggi il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. «Premesso che non è il momento di sbilanciarsi, possiamo comunque dire che l'accordo politico è vicino», ha detto Boschi.



Berlusconi torna alla Camera per tenere una conferenza stampa da leader di Forza Italia. Alla domanda dei giornalisti «Le è mancata la Camera?», Silvio Berlusconi ha risposto «assolutamente no», entrando a Montecitorio.
«Siamo qui per portare avanti una nostra voglia di governabilità, che abbiamo provato non esserci nel Paese con gli attuali assetti».



Al centro della conferenza, la questione riforme: «Non è una accelerata sulle riforme, noi le abbiamo sempre volute», ha detto Berlusconi, rispondendo alle domande dei giornalisti prima del suo ingresso alla Camera dei deputati. Alla domanda «come sta? È stanco?», il leader di FI ha risposto: «Voi come state? Vi vedo stanchi».



«Dobbiamo ancora trovare un accordo: Renzi è disponibile ad un nuovo incontro, ma insiste sul fatto che il nostro capogruppo Romani e la signora Boschi si incontrino per trovare un punto che vada bene a entrambi. Il programma è che il presidente Romani domani si incontra con la signora Boschi, se l'accordo non verrà trovato ci incontreremo direttamente con Renzi».



Berlusconi ha voluto porre l'accento sulla questione del presidenzialismo e dell'elezione diretta del capo dello Stato: «Abbiamo un Capo dello Stato che è oggi passato al di là delle funzioni previste dalla Costituzione», un passaggio «che è diventato fisiologico». L'andare al di là delle funzioni previste dalla Costituzione produce una «distorsione patologica di una democrazia parlamentare. Il problema è che oggi il Capo dello Stato non ha una legittimazione popolare. Si è verificata una frattura irrisolta tra la lettera della Costituzione e la pratica quotidiana» della funzione da parte del Capo dello Stato, spiega ancora l'ex premier presentando la proposta sul presidenzialismo di FI.



«Renzi e il governo e la sinistra accolgano questa nostra proposta, allora noi ripresenteremmo gli emendamenti già presentati. Se ci fosse accordo su questi emendamenti, che si possono anche cambiare, si darebbe al Paese un sistema snello».



«Dal primo settembre tutti in campo nei gazebo. Servono 50 mila firme ma noi pensiamo di raccoglierne qualche milione. Credo che ce la faremo».



E quando qualcuno ha chiesto a Berlusconi se Forza Italia avesse o meno intenzione di appoggiare le riforme anche in assenza del presidenzialismo, l'ex premier ha risposto: «Abbiamo preso un impegno sul titolo V, sul Senato e la legge elettorale e li manterremo».




Il percorso verso il presidenzialismo. La strategia di FI per il presidenzialismo «comporta tre percorsi paralleli: la presentazione di emendamenti in Commissioni Affari Costituzionali al Senato per elezione diretta del Capo dello Stato, strada più veloce, augurabile e efficace».



La seconda strada è la «presentazione di una proposta di legge costituzionale», la terza quella «di un referendum di indirizzo per chiedere ai cittadini se approvano la scelta presidenzialista». Lo ha affermato Berlusconi in conferenza stampa.



Questi i tre percorsi indicati dal documento in cui Forza Italia propone l'elezione diretta del Presidente della Repubblica: «Il primo è la ripresentazione in Commissione dei nostri emendamenti per l'elezione diretta del Capo dello Stato nella odierna discussione sulla riforma del Senato proposta dal Governo; e questa è la strada più diretta, veloce ed efficace.



Il secondo percorso è la presentazione di una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare, ai sensi dell'art. 71 della Costituzione, con un progetto organico in senso presidenzialista». Il terzo percorso, si legge ancora nel documento, «è quello di un referendum di indirizzo con il quale chiedere ai cittadini se approvino o meno la scelta presidenzialista.



Poichè, come sapete, questo referendum non è attualmente previsto in Costituzione, è necessario, come già si è fatto in passato, approvare una legge costituzionale per consentirne lo svolgimento. Anche questa legge costituzionale sarà promossa con un'iniziativa di raccolta di firme da parte dei cittadini».




© RIPRODUZIONE RISERVATA