Unioni civili, Renzi: «Meglio un pezzo oggi che tutto mai. Chiudere entro questa settimana al Senato»

Unioni civili, Renzi: «Meglio un pezzo oggi che tutto mai. Chiudere entro questa settimana al Senato»
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Martedì 23 Febbraio 2016, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 16:21

«La mia proposta è che si chiuda la legge entro la settimana, rapidissimamente, un provvedimento sulle unioni civili al Senato e poi andare immediatamente alla Camera». Lo dice il premier Matteo Renzi a Rtl 102.5.

«Potrebbe non essere il testo migliore rispetto alle attese di tanti ma potendo scegliere tra il tutto mai e un pezzo oggi è meglio fare subito la legge, altrimenti il rischio è la paralisi, l'ennesima palude in cui come faceva sempre la politica si chiacchiera e si promette e poi non si mantiene», ha aggiunto Renzi.

«Il tema delle adozioni è un tema molto complicato, non tutti la pensano allo stesso modo e bisognerebbe metterci un po' di rispetto in più anche per le opinioni degli altri, di tutti, non è un tema in cui uno si alza e pensa di avere la verità in tasca. Chi pensa di avere la verità in tasca gode del mio massimo rispetto, ma sono temi delicati», ha continuato il premier a gli chiede se consideri una sconfitta lo stralcio della «stepchild adoption» dalla legge sulle unioni civili. 

«Levandomi la giacca del politico e mantenendo quella dell'essere umano, dico che è una dimensione molto toccante. Ma - aggiunge - ci sono opinioni molto diverse anche nel mondo omosessuale. C'è chi dice che è meglio non legiferare in alcuni casi se, con il rischio del voto segreto e con il rischio di mediazioni considerate al ribasso, poi paradossalmente si mettono delle pietre che poi non si possono più rimuovere. In altri termini, in alcuni casi meglio non toccare la legge che toccarla e farla male, poi naturalmente ciascuno ha le proprie opinioni». 

È pronto intanto il maxi-emendamento che sostituirà il ddl Cirinnà sulle unioni civili, escludendo la stepchild adoption ma mantenendo intatti i diritti alle coppie di fatto. «Adesso è arrivato il momento di decidere, anche a costo di usare lo strumento della fiducia», è il timing di Renzi che vuole l'ok del Senato, grazie all'accordo dentro la maggioranza, in pochi giorni. Angelino Alfano aspetta di vedere il testo alza la'sticella e mette alti paletti su congome e reversibilità ma l'impressione è che Ncd, ottenendo lo stralcio delle adozioni, darà il via libera ad una riforma che, alla fine, anche la sinistra dem non potrà non votare.

Dopo la svolta, annunciata dal premier all'assemblea dei democratici, il Pd si è messo al lavoro, con una serie di incontri e contatti, per arrivare oggi alle 13 all'assemblea dei democratici con il maxi-emendamento pronto. Renzi, che ieri ha incontrato i capigruppo Zanda e Rosato, non crede più all'intesa parlamentare con M5S. «Mercoledì scorso - racconta davanti alla stampa estera - 20 minuti prima del voto, si sono tirati indietro. Si dice che cambiare idea sia sintomo di intelligenza, allora i grillini sono geni assoluti».

A questo punto la strada del maxi-emendamento con fiducia sarà ai voti dei senatori dem nell'assemblea alla quale parteciperà anche il leader Pd. La minoranza dem, così come anche Sel, ripete che bisogna cercare ancora un accordo con i grillini per impedire lo stralcio della stepchild. Ma, alla fine, quando si arriverà alla conta, tranne qualche duro e puro i renziani confidano che prevarrà il realismo, ovvero che, anche senza il capitolo delle adozioni, l'Italia vede finalmente riconosciuti i diritti alle coppie etero e omosessuali. Anche la relatrice del ddl, la battagliera Monica Cirinnà avvalla infatti la scelta del governo: «Sulle unioni civili da due anni giochiamo a scacchi e l'emendamento del governo può farci fare scacco matto».

Il testo del maxi-emendamento, oltre a togliere il capitolo delle adozioni che, promette il renziano Marcucci, «sarà affrontato in un altro ddl», comprende, a quanto si apprende, «piccole modifiche» agli art. 2 e 3 che definisce diritti e confini delle unioni di fatto. Ncd chiede che le unioni civili «non vengano equiparate ai simil-matrimoni» e la direzione sarebbe quella di inserire nel maxi-emendamento i 3 emendamenti a firma Lumia che specificano gli articoli del codice civile, non tutti, riconosciuti alle coppie di fatto. «Bene prevalga il buonsenso - afferma Alfano - sì ai diritti per le coppie anche omosessuali ma non mettiamo di mezzo i bambini e sia anche chiaro che non può essere una fotocopia del matrimonio, che è fra uomo e donna».  

Restano sulle barricate invece i grillini, che chiedono al presidente Grasso di convocare con urgenza una capigruppo «per definire una tempistica certa ed evitare il maxiemendamento e la fiducia, con cui ancora una volta il governo vuole esautorare il Parlamento». Più in difficoltà appare Forza Italia che aveva motivato il no al ddl Cirinnà con la presenza della stepchild. 

Fi, chiarisce il capogruppo Paolo Romani, «pone tre precondizioni» sui contenuti per aprire un confronto sulle unioni civili, chiedendo al Pd di «sgombrare il campo da canguri e cangurelli» oltre che dall'ipotesi fiducia. E spiazzate dalla nuova strada trovata dal governo sono anche le associazioni Lgbt. Mentre sale a 30mila firme in 24 ore la petizione di Change.org, firmata da 400 personaggi famosi per chiedere le unioni civili, il movimento Lgbt dice no alla fiducia che «equivale allo svuotamento della legge» e il vicepresidente di Famiglie Arcobaleno Michele Coletta considera «una legge monca» una riforma senza stepchild adoption. Per dirla come il regista Ferzan Ozpetek, sulle unioni civili «Renzi opta per l'uovo oggi e tratta con Angelino Alfano». 



 

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