Renzi: «Con l'Europa nessuna sudditanza, al semestre con rifome imponenti»

Matteo Renzi a Bruxelles
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Venerdì 21 Marzo 2014, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 08:10
Non mi sembra che ci sia alcun rapporto conflittuale con le istituzioni europee. Lo ha

detto il premier Matteo Renzi dopo il Consiglio europeo a Bruxelles e evidenziando che «la posizione italiana è in linea con i governi precedenti» e che Roma non è in competizione» con l'Unione, ma sottolineando anche che «non abbiamo sudditanza».



Il punto centrale discusso in questi giorni sono state le riforme, ha rilevato il premier al suo esordio al Consiglio europeo, su cui «l'accelerazione è evidente» e daranno spinta al semestre di presidenza italiana. Renzi ha ribadito poi che la ripresa economica, «è modesta, timida, ma è in atto» e ha proposto l'organizzazione a Torino di un vertice sulla disoccupazione giovanile e a Bolzano di un appuntamento sulla formazione professionale. «Il semestre europeo è molto importante, non è vero che è un appuntamento burocratico. L'Italia ci può arrivare avendo molto da dire e da fare soltanto se prima sarà in grado di svolgere un gigantesco lavoro sulle riforme», ha osservato ancora il premier.



È durato oltre mezz'ora l'incontro fra il premier e il presidente del Consiglio Ue, Herman VanRompuy, a margine del vertice europeo. Il faccia a faccia, riferisce la delegazione italiana, è stato positivo e Van Rompuy si è mostrato molto attento al programma di riforme annunciate dal governo, in particolare a quelle sul lavoro. Al centro dell'incontro anche la preparazione del semestre di presidenza italiana del Consiglio Ue.



La spesa. «Ciò che dobbiamo spendere per la spesa pubblica lo sia per il nostro futuro» non solo per il nostro passato. «Lo dico da padre, spendiamo più per gli interessi sul debito che per scuola e università. Questo atteggiamento ha radici storici innegabili, ma la politica vincerà se riusciremo a invertire», ha sottolineato Renzi.



Niente sudditanza. «Non dobbiamo avere un atteggiamento supino, noi non siamo in competizione, non veniamo con l'atteggiamento di sudditanza o subalternità culturale, siamo parte dell'Europa. E poi si chiama Commissione, no commissione di esame ma politica che anche noi abbiamo voluto», ha affermato ancora il premier.



«Credo che il lavoro di Cottarelli sia un buon punto di partenza su alcune cose però non sono molto convinto come l'idea di chiedere ai pensionati che guadagnano il giusto un contributo. Un conto sono le pensioni d'oro, ma se immaginiamo un intervento a pioggia sulle pensioni non sono d'accordo e non interverremo», ha poi sottolineato Renzi parlando dei tagli ipotizati dal commissario alla spending review.



La ricostruzione fatta dalla stampa sui sorrisi di Barroso e Van Rompuy «è lontana dalla realtà». Lo ha detto il premier Matteo Renzi in conferenza stampa, aggiungendo che si tratta di ricostruzioni che «riaprono una ferita aperta nel nostro paese, «facendo riferimento ai sorrisi che fecero Merkel e Sarkozy ad una domanda su Berlusconi». Se son contenti lo sono anch'io, ma il mio obiettivo è far sorridere le famiglie italiane« con le riforme.



«L'Europa cambia verso», aveva detto il premier stamani arrivando al Consiglio europeo. «No. Lo vedrai», è stata invece la secca risposta su Twitter alla domanda di un follower sull'intenzione di alzare le tasse. Il premier ha aggiunto poi di voler combattere l'evasione «anche attraverso innovazione digitale e incrocio dei dati. Ne parliamo presto».



Lo scontro sui vincoli europei con il presidente della Commissione europe a Josè Manuel Barroso. «Il rispetto degli impegni presi è fondamentale» per la fiducia nell'Italia, ha detto ieri Barroso. Il premier italiano ha ribattuto irritato «noi rispettiamo tutti i vincoli, ma anche l'Europa deve risolvere i suoi problemi». Poi, in un faccia a facia fra i due, il premier ha illustrato i suoi piani e il presidente della Commissione ha espresso il sostegno dell'Europa alle riforme italiane. Le riforme saranno fatte nel «pieno rispetto delle regole e del Patto di bilancio», ha assicurato Renzi.



Ma la battaglia del premier italiano per allentare i vincoli di bilancio trova un appoggio nel presidente del Parlamento europeo e candidato alla presidenza della Commissione, Martin Schulz, oggi a Torino per un incontro sul razzismo in Europa e in Italia. «Se non ci sarà crescita in Italia, non ci sarà neppure in Europa e viceversa. Sono d'accordo con Matteo Renzi: abbiamo bisogno di una filosofia e di una strategia della crescita».



«Sostengo molto le riforme di cui mi ha parlato Renzi. Mi ha detto che saranno fatte nel pieno rispetto delle regole dell'Ue e anche del trattato fiscale. Credo che siano riforme molto buone e vadano nella giusta direzione», ha poi detto ieri Barroso dopo l'incontro con Renzi. Insomma il premier, come ha ribadito più volte, non vuole stare dietro la lavagna, né essere oggetto di sorrisetti sulla via italiana per tenere insieme crescita e vincoli Ue. Per questo, alla sua prima al Consiglio europeo, ingaggia un braccio di ferro con il presidente della Commissione europea che torna a chiedere il rispetto degli impegni. «L'Italia rispetta tutti i vincoli», sbotta, irritato, Renzi poco prima del chiarimento a quattr'occhi con Barroso che, se non cambia le reciproche posizioni, si chiude con un «sostegno» della Commissione Ue alle riforme italiane.



Il premier è arrivato ieri a Bruxelles determinato a difendere il suo piano e la sua ricetta: solo con la crescita del pil l'Italia può continuare anche ad erodere la mole del debito. Ma Renzi non è ingenuo e sa che per cambiare l'Ue va fatto un passo alla volta. Per questo anticipa un po' i tempi, spiegano fonti governative, l'uscita del presidente delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale oggi il premier sarebbe venuto a Bruxelles per chiedere che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità.



Un annuncio che sembra irrigidire i cultori europei del rigore, come Barroso, che attendono ad aprile il Def e il piano nazionale delle riforme italiano per capire se le misure di Renzi si coniugano con il rispetto dei parametri economici. «Il rispetto degli impegni presi è fondamentale» per la fiducia nell'Italia e nell'Ue, è il «benvenuto» che il presidente della commissione Ue dà, a distanza, al premier italiano, appena sbarcato nella capitale belga. Che non ha alcuna intenzione, però, di farsi fare le pulci visto che, ribatte, «noi rispettiamo tutti i vincoli» e quindi certe «polemiche» sono a suo avviso incomprensibili.



Un botta e risposta alla vigilia del faccia a faccia tra i due considerato irrituale dalle diplomazie europee. Come poco frequente è il tweet con cui Barroso, dopo l'incontro, parlerà di colloquio «molto positivo» e di sostegno dell'Europa alle riforme italiane. Sostegno che sembra quasi tifo da parte del presidente dell'Europarlamento Martin Schulz che «lotta» con Renzi per un'Italia «forte» ed una Ue «solidale».



«Sono contento che l'Ue apprezzi le nostre riforme, noi rispettiamo i vincoli ma anche l'Europa deve risolvere i suoi problemi», ha chiarito poi il premier insistendo sul fatto che «l'Italia non viene in Europa come uno studente fuori corso ma come un paese fondatore che rispetta i vincoli». Durante il colloquio con Barroso, il premier ha illustrato il suo piano, dalle riforme istituzionali al jobs act, rimandando al Def, che sarà pronto intorno al 10 aprile, per una verifica del rispetto dei vincoli Ue e anche di un «eventuale» utilizzo del margine tra il 2,6 ed il 3 per cento del decifit. All'Europa, è la posizione del premier, interessano le riforme, tra l'altro chieste da tempo proprio dalla Ue, e non «discussioni su uno 0,2%-0,3% di deficit» visto che «noi rispettiamo e

rispetteremo i parametri europei».



Tetti che, però, assicura Renzi, non gli impediranno di «rivoluzionare e cambiare l'Italia» e, in prospettiva, l'Europa che non deve essere «la causa del problema ma la possibile soluzione».