Palazzo dei Congressi, Eur, 2.500 ragazzi di 120 paesi differenti di tutto il mondo che sorridono, cantano, sventolano bandiere ma ascoltano anche con attenzione quando i discorsi diventano ufficiali. Esplode l’applauso quando il premier Matteo Renzi, in inglese, parlando contro i populismi che mettono in pericolo l’Europa, aggiunge «se si guarda alle elezioni negli Usa in questo periodo, penso che il problema non sia solo europeo». Il riferimento evidente è a Donald Trump, candidato repubblicano. E aggiunge: «Ho molto apprezzato le considerazioni di Hillary Clinton la notte scorsa» riferendosi alle parole della candidata democratica sul supporto di Renzi.
Più tardi il premier e il presidente della Regione si apparteranno anche un paio di minuti, forse parlano del futuro del Pd, forse delle elezioni a Roma. Zingaretti, che ha ricevuto anche i ringraziamenti dei vertici dell’Università dio Harvard, ha spiegato nel suo saluto ai ragazzi: «Voi siete e sarete costruttori di dialogo, portatori di futuro, di speranza e di pace. Viviamo nell’epoca della paura. A volte ci domandiamo come si possa non averne. Non si può decidere di non avere paura, come si può decidere di non amare. È insito nella vita di ciascuno di noi. Ciò che si può decidere è come reagire alla paura. E questo è quello che stiamo facendo. Non ci arrendiamo. Siamo insieme, dalla stessa parte, con l’impegno a costruire un mondo più unito, dove vivere senza odio e paure».