Terremoto, Renzi: «Container pronti entro Natale, poi casette in legno: decreto in 72 ore» `

Terremoto, Renzi: «Container pronti entro Natale, poi casette in legno: decreto in 72 ore» `
di Marco Conti
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Martedì 1 Novembre 2016, 09:30

ROMA «La faglia emotiva», come la definisce Vasco Errani, è più profonda di quella creata dal terremoto di domenica mattina e spinge il governo ad accogliere le richieste delle popolazioni colpite dal sisma che non vogliono trasferirsi negli alberghi.

RABBIA
Niente tendopoli, se non i tendoni sociali che accolgono decine di persone, ma container prima di Natale e casette in legno entro l'estate. Infine la ricostruzione «di tutto», ha ripetuto più volte Matteo Renzi al termine del consiglio dei ministri.
Servirà quindi un decreto - con «norme chiare, semplici e brevi», come chiesto da Renzi -, e una nuova riunione del consiglio dei ministri fissata per venerdì mattina. Scopo del decreto, velocizzare le procedure di acquisto dei container e dare la possibilità ai comuni di poter disporre - attraverso assunzioni ad hoc - di un maggior numero di tecnici che dovranno fare, e spesso rifare, i controlli di agibilità nei singoli edifici di tutti i comuni interessati dal sisma. Al consiglio hanno preso parte, oltre ai ministri, al commissario al terremoto Vasco Errani e al capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, i presidenti delle regioni interessate dal terremoto di agosto e da quello di domenica scorsa. Nicola Zingaretti per il Lazio, Catiuscia Marini per l'Umbria, Luciano d'Alfonso per l'Abruzzo e per le Marche Luca Ceriscioli.

OPERE
Dalle relazioni molto dettagliate prima di Curcio e poi di Errani è emersa la drammaticità della situazione che l'assenza di vittime ha in parte nascosto. Migliaia le persone da assistere, si parla di 15 mila sfollati, e migliaia gli edifici da controllare per verificarne l'agibilità e avviare le prime opere per la messa in sicurezza. Ai 77 mila sopralluoghi quantificati dopo il sisma di agosto, e che dovranno essere di nuovo effettuati, si aggiungono gli edifici dei comuni di Norcia, Preci e di tutto l'appennino.
Inoltre più forze dell'ordine - che verranno spostate dal Giubileo - per presidiare il territorio «in modo - ha spiegato Renzi - da rassicurare i cittadini che temono di lasciare le proprie case». Con il volto segnato dalla stanchezza, Renzi ha ribadito che il governo non vuole imporre «soluzioni calate dall'alto», ma che stare nelle tende a Norcia a dicembre è impossibile. La linea del dialogo con le popolazioni sperimentata ad agosto resta, ma il governo si rende conto di avere meno tempo a disposizione per convincere i cittadini colpiti dal nuovo sisma a spostarsi lungo il lago Trasimeno o sulla costa, prima dell'arrivo del generale-inverno. Soprattutto le famiglie con figli che devono andare a scuola, come ha fatto notare il ministro Giannini.
Misure in difesa degli allevatori e degli agricoltori sono state illustrate dal ministro Martina, così come Dario Franceschini, ministro per i Beni Culturali è intervenuto sulla necessità di mettere in sicurezza alcuni edifici storici duramente colpiti dal sisma.
Alla tragedia il governo cerca di rispondere con la massima tempestività anche se l'entità dei danni è ancora incerta e, soprattutto c'è da evitare i contraccolpi psicologici dovuti ad un evento che non sembra aver fine. L'appello alle opposizioni Renzi lo ripete e apprezza i segnali. Se ci sarà un nuovo clima lo si vedrà presto a palazzo Madama dove finirà il decreto di venerdì per essere fuso con il decreto già fatto in occasione del sisma di agosto. Dal M5S giungono segnali di disponibilità maggiori di quelli che vengono da FI. Pieni poteri ad Errani e al capo della Protezione Civile. Altri 40 milioni per l'emergenza che si aggiungono ai 90 già messi a disposizione. «Le risorse ci sono, ma poichè non raccontiamo barzellette, diciamo anche che c'è un lungo lavoro da fare», sostiene il premier che esclude anche un «braccio di ferro» con l'Europa.
Migranti e terremoti, sostiene, sono eventi eccezionali esclusi dal patto di stabilità prima che arrivasse «il drammatico fiscal compact». «Non c'è alcun problema, non ci sono trattative» e, soprattutto, «stiamo rispettando i patti». E comunque, «noi ricostruiremo tutto, le case, le chiese e le attività commerciali».