Renzi sfida il M5S sulla giustizia: rinunci all'immunità e venga in tribunale

Renzi sfida il M5S sulla giustizia: rinunci all'immunità e venga in tribunale
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Lunedì 13 Marzo 2017, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 10:16

dal nostro inviato Marco Conti
TORINO Il Pd c'è, anche se «hanno provato a distruggerlo», e riparte con Matteo Renzi, ma non solo. Con mezz'ora di intervento dal palco, l'ex presidente del Consiglio chiude la tre giorni del Lingotto e avvia la scalata alla segreteria. Oltre cinquemila persone, «un botto di gente», per l'ex segretario. Platea strapiena e sedie aggiunte nella notte mentre i tanti costretti a rimanere fuori, si sono dovuti accontentare degli altoparlanti e di una pallidissimo sole.

IL TWEET
«Oggi al Lingotto più forza al Pd per il futuro dell'Italia», scrive su Twitter l'applauditissimo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che al termine della manifestazione sale sul palco per abbracciare Renzi e Martina. L'incipit dell'ex premier è da riassunto delle puntate precedenti ma scalda la platea: «Hanno provato a distruggere il Partito Democratico». «C'è stato un momento di debolezza innanzitutto mia. Qualcuno ha pensato di approfittarne ma non si sono resi conto che c'è una forza che va oltre la leadership, c'è una comunità che non rompe nessuno, è la nostra storia. Si mettano il cuore in pace. Il Pd c'era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi».

LE INCHIESTE
Nessun riferimento diretto alle vicende giudiziarie relative a Consip. Luca Lotti ascolta in piedi sotto al palco e batte le mani con forza quando Renzi dà la sua solidarietà a Virginia Raggi: «Solidarietà a una persona che è stata indagata e sulla quale c'è stata grande polemica... (pausa) il sindaco di Roma Virginia Raggi. Siamo al suo fianco, perché il garantismo vale per tutti e non a giorni alterni». Dalla sala si alza in brusio da parte di coloro che si attendevano la citazione di Lotti e non della Raggi. Renzi ci scherza su, «ci siete rimasti male!», ma poi riprende serio e attacca chi troppo spesso e anche a sinistra, confonde «la giustizia con il giustizialismo».

«Sinistra - spiega - è invece dire che i processi si fanno nei tribunali e non sui giornali, che le sentenze le fanno i giudici e non i commentatori. La giustizia non è giustizialismo e riconosce la Costituzione. Un cittadino - continua - è innocente fino a condanna non perché ha ricevuto un avviso di garanzia». Quindi l'attacco al M5S e in particolare a Di Maio e Di Battista: «Da parte loro parole infami contro di noi». Poi la sfida: «Rinunciate all'immunità e rispondete delle querele in tribunale. Vi aspettiamo con affetto e con gli avvocati e vedremo chi ha ragione e chi ha torto».
Dalla giustizia alla legalità violata il giorno prima a Napoli e l'attacco all'ex magistrato e ora sindaco, Luigi De Magistris accusato di aver alimentato la tensione che ha portato agli scontri e alle devastazioni in una parte di città. Gli auguri ai due sfidanti Orlando ed Emiliano, l'omaggio a Walter Veltroni e l'annuncio che la sua mozione congressuale verrà scritta la prossima settimana, sono dettagli di una giornata che Renzi considera sopra ogni aspettativa e nella quale non poteva mancare un riferimento agli scissionisti.

EREDI
«Siamo eredi, non reduci, lo diciamo a chi pensa di salire su un palco alzare il pugno chiuso e cantare Bandiera rossa', non è questo che aiuta i più deboli, non è l'amarcod di qualcosa che non c'è più. È un'immagine da macchietta non di politica». E poi ancora: «Sento parlare dell'Ulivo da persone che lo hanno segato dall'interno, passaggi di apoteosi sull'Ulivo da chi ha contribuito a concludere anticipatamente l'esperienza di governo di Prodi, cosa che non sarebbe accaduta se fosse stato segretario del partito. Nel curriculum possono dire di essere esperti di Xylella non di Ulivo». E ancora: «Noi quando abbiamo perso siamo rimasti, senza scappare, senza scinderci. Si può perdere ma non perdersi».

Pd forza centrale della sinistra e perno del sistema democratico del Paese perché - sostiene l'ex segretario - «senza il Pd non si va da nessuna parte» anche in Europa.