Renzi: «Basta con i gloriosi reduci, voglio i voti di Pdl e Grillo»

Renzi
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Lunedì 21 Ottobre 2013, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 17:46
ROMA - Entra nel vivo la sfida per il congresso del Pd. I quattro candidati depositano le loro mozioni congressuali dando, di fatto, il via al confronto sui contenuti: dalla visione del Paese a quella del partito, dal rapporto con il governo e le larghe intese alle sfide sul fronte economico. Il sindaco di Firenze, in un testo ('la mozione 'L'Italia cambia verso') che ripercorre i punti illustrati anche nell'apertura della sua campagna a Bari, ribadisce la volontà di andare 'a caccià anche dei voti di grillini e centrodestra perchè «se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Pd alle precedenti elezioni, si perde». Insomma, aprire il Pd parlando non solo «a chi c'è già», ai «gloriosi reduci delle stagioni del passato» ma anche a chi può essere 'conquistatò.



Dall'altro lato Gianni Cuperlo (nel suo documento 'Per una rivoluzione della dignità') spiega di non credere al sogno dell'autosufficienza ma punta alla
«creazione di una moderna democrazia dell'alternanza, fondata su grandi partiti di tipo europeo».



Mentre Pippo Civati (che presenta il documento 'Dalla delusione alla speranza. Le cose cambiano cambiandole') conferma di voler
«ripensare il centrosinistra nel suo complesso». Ma non è solo sul fronte delle alleanze che le mozioni congressuali divergono. La battaglia si combatte anche e soprattutto sull'idea del Pd. Matteo Renzi ribadisce di voler incentrare il partito che immagina per il futuro su tre punti cardine: i circoli, gli amministratori locali e i parlamentari. E, proprio attraverso il gruppo parlamentare, spiega di voler incalzare il governo. «Il Pd - si sottolinea nel documento del sindaco - deve dettare l'agenda, non subirla: e questo anche nel tempo delle larghe intese, a maggior ragione dopo».



Anche per Cuperlo è necessario incalzare il governo di Enrico Letta che, comunque, va sostenuto.
Deve, invece, chiudersi la stagione delle larghe intese per Civati (
«solo il voto può chiudere un ventennio»). Così come per Gianni Pittella (in campo con la mozione 'Il futuro che vale. Per un partito democratico, solidale, europeo'). Le larghe intese - si legge nel documento dell'europarlamentare Pd - sono «un orizzonte non più replicabile». Non solo larghe intese, però. Nel documento di Cuperlo si ribadisce la necessità di separare gli incarichi di governo da quelli di partito. Un nuovo stop alla dichiarata volontà di Renzi di correre ancora una volta per l'incarico di primo cittadino a Firenze. Doppio incarico che anche il premier Enrico Letta vede come «un pò impegnativo». Diversa visione anche sulla legge elettorale anche se è di tutti la convinzione di dover cambiare il Porcellum.



Infine diverse le proposte sul fronte economico. Matteo Renzi parla della necessità di superare il vincolo del 3% del rapporto deficit-Pil, un vincolo »anacronistico« ma che va cambiato dopo una serie di riforme strutturali. Cuperlo ipotizza, invece, di portare il deficit dal 2,5% al 2,7% ricavando, così, 3 miliardi da destinare a esodati, occupazione e un piano straordinario per la messa in sicurezza del territorio.




«Vuoi anche i voti del centrodestra? Sì. E vuoi i voti di Grillo? Assolutamente sì. Non è uno scandalo, è logica: se non si ottengono i voti di coloro che non hanno votato il Partito democratico alle precedenti elezioni, si perde».Lo ribadisce Matteo Renzi nella mozione congressuale da oggi on line sul sito del Pd.
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