Il premier Renzi cauto aspetta Alfano: «Siamo un governo di coalizione»

Il premier Renzi cauto aspetta Alfano: «Siamo un governo di coalizione»
di Marco Conti
3 Minuti di Lettura
Lunedì 3 Marzo 2014, 03:17
ROMA - Non reagisce Matteo Renzi e cos fa il suo ministro dell’Interno Angelino Alfano che del senatore e sottosegretario Antonio Gentile, il principale sponsor.

Non reagisce, per ora, anche per verificare i contorni di una vicenda che non sono ancora del tutto chiari. Mentre chiari sono, a suo dire, gli obiettivi che perseguono le opposizioni e la minoranza del partito nel chiedere la rimozione del sottosegretario. Ieri pomeriggio Renzi ne ha parlato con Alfano al termine di un colloquio resosi necessario per limare le posizioni sulla legge elettorale che da domani sarà in aula. Il leader del Ncd, come hanno ufficializzato sia Schifani che Quagliariello, non hanno nessuna intenzione di mollare Gentile e la richiesta di fatta ieri da Civati di allargare la riflessione sulle nomine fatte a quella del ministro Guidi, la dice forse lunga sull’effetto domino che si intende provocare e soprattutto sul fatto che il partito di Alfano rischi di diventare la parte più esposta dell’esecutivo visto che quotidianamente deve fronteggiare attacchi dalla sinistra del Pd, dai grillini e dalla destra berlusconiana.



SCIVOLA

Fedele al motto «un problema per volta», Renzi attende che sia il Ncd a fare le prime considerazioni sull’opportunità o meno di tenere Gentile nel governo. «Siamo un governo retto da una coalizione di partiti», ripetono in coro i più stretti collaboratori di Renzi. La prospettiva di una sorta di mozione di sfiducia nei confronti del sottosegretario non lo preoccupa quanto l’avvio rapidissimo di una sorta di campagna di delegittimazione che ha già coinvolto un paio di ministri e quattro-cinque sottosegretari. Per stringere i ranghi, Renzi ha bisogno di far partire subito la macchina del governo e della maggioranza con una rapida approvazione della legge elettorale che dia la conferma del rispetto degli impegni presi. L’avvicinarsi della campagna elettorale per le Europee non renderà il clima migliore, ma Renzi sa che il suo governo non verrà giudicato per i sottosegretari che «ho messo su indicazione dei partiti», quanto per i risultati sul fronte economico.



SICILIA

Senza contare che, come scritto nella lettera inviata ieri a Repubblica in risposta a Saviano, c’è l’impegno del governo a a far diventare la lotta alla criminalità organizzata la priorità del governo e delle Istituzioni: «Questo impegno io lo assumo», scrive Renzi, assicurando la volontà di portare il tema delle mafie in Europa «perché non è più solo un problema italiano». La visita del mercoledì che dopodomani farà in Sicilia sarà quindi un’altra occasione che il presidente del Consiglio ha per ribadire l’impegno del suo esecutivo contro le mafie e in difesa dei giornalisti minacciati. Una difesa che ieri è stata sottolineata positivamente dall’associazione Ossigeno e che il presidente del Consiglio ribadirà dopodomani in Sicilia.



In attesa di ulteriori sviluppi su una vicenda che si è già arricchita di ulteriori carte bollate, la prudenza domina a palazzo Chigi insieme alla tentazione di lasciare al solo Alfano la decisione sull’opportunità o meno di tenere al governo un sottosegretario che però non ha sinora ricevuto nemmeno un avviso di garanzia e che però, a detta dei suoi accusatori, sarebbe riuscito a fermare le rotative di un giornale, ”L’Ora della Calabria”, che riportava in prima pagina la notizia di indagini su suo figlio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA