Pensioni, Renzi: «Interverremo sulle minime, sono troppo basse. Bonus bebè? Non è risolutivo»

Pensioni, Renzi: «Interverremo sulle minime, sono troppo basse. Bonus bebè? Non è risolutivo»
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Martedì 24 Maggio 2016, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 08:35

«Le pensioni minime sono troppo basse e valutiamo interventi». E ancora: «Non toccheremo le pensioni. Nessuno deve temere per le propria pensione. Quindi tranquillità per tutti». Lo assicura il premier Matteo Renzi, parlando a Repubblica tv dell'incontro al ministero con i sindacati sulle pensioni. «Sul tavolo ci sono necessità di intervenire per le pensioni, per gli autonomi, per il ceto medio e famiglie. Noi siamo molto contenti delle riforme fatte però il ceto medio ancora soffre».

«Noi non pensiamo che la concertazione sia coperta la coperta di Linus della quale non si può fare a meno. Se c'è siamo più contenti e se si possono fare gli accordi noi siamo qui. Non è che noi siamo ideologici, siamo pronti a farli e li abbiamo fatti come nel caso Eletrolux o Lamborghini», ha quindi sottolineato il premier.

A proposito del bonus bebè, Renzi ha affermato: «Credo sia una misura importante ma non credo che sia una misura strutturale o che possa essere risolutivo. Nessuno fa un figlio perchè sa che c'è il bonus bebè è un'attenzione alle famiglie non un atto all'incentivo».

Parlando poi del referendum, il presidente del Consiglio ha tirato una "frecciata" al M5S: «I parlamentari dei Cinque stelle e della Lega li capisco. Sanno che se passa il referendum uno su tre resta a casa. Sono terrorizzati di perdere la poltrona e vivere l'esperienza mistica di tornare a lavorare. L'elettore Lega o M5s, che non mi sopporta, potrà dire "Non voterò Renzi, ma non voglio un sistema bloccato e voto sì". I dirigenti politici invece sanno che se passa il sì gli spazi per i politici si riducono in modo impressionante
».

Con il referendum, ha continuato Renzi, si sceglie tra «inciuci e ammucchiate» e «bipolarismo e semplicità. Non voglio aprire scenari catastrofici ma se l'Italia fa le riforme siamo credibili e allora hai la flessibilità; se non le fai sei il paese ingovernabile e incapace di riformarsi, con la classe politica più costosa. Le riforme decidono di un modello: se prosegue, siamo leader per i prossimi 20 anni, sennò casca il castello che abbiamo messo in piedi e l'Italia torna il Paese ingovernabile, delle ammucchiate».

Il premier ha poi spiegato che il comitato nazionale per il referendum non avrà un presidente: «Ci saranno 10mila presidenti perchè avremo 10mila comitati. Ora hanno firmato il manifesto 186 professori di diritto arriveremo a mille e il portavoce sarà il responsabile della comunicazione scientifica».

Ma Renzi ha affrontato anche l'argomento lavoro: «Il Jobs Act - ha detto - è la più grande operazione di lotta al precariato mai fatta da un governo, la cosa più di sinistra. Non c'è stata una operazione più di sinistra fatta in Italia da ultimi 30 anni».

Parlando quindi delle comunali a Roma, Renzi ha specificato che «A Roma c'è Giachetti, candidato sindaco del Pd, che ha presentato ieri i nomi della sua giunta e io li ho appresi su Facebook. Non è che gli ho mandato io la lista, oppure una mail anonima de "lo staff di Matteo Renzi" o di Lorenzo Guerini.

Una mail del genere, con Giachetti, finisce nello spam. Ieri è accaduto che un candidato sindaco che ha scelto da solo le persone, secondo me competenti, per la sua squadra».

A proposito dell'intervento in Libia, per Renzi «La storia dei 5mila soldati è una notizia giornalistica che spero sia stata finalmente archiviata. Noi non interveniamo con il nostro esercito a meno di una richiesta generale e con la condivisione di Al Serraj ma lavoriamo a livello diplomatico per dare una mano perchè Al Serraj possa dare stabilità alla Libia. In ogni caso la questione dell'invio delle truppe passa dal Parlamento».

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