Renzi a Lampedusa: «La Ue non faccia finta di niente»

Renzi a Lampedusa: «La Ue non faccia finta di niente»
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Sabato 26 Marzo 2016, 01:05 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 21:56
Lampedusa non è solo frontiera, non è «periferia lontana dagli occhi» ma è il «cuore spirituale» dell'Europa. Sceglie di essere sull'isola, Matteo Renzi. Nelle ore in cui la scena è occupata dalla caccia ai responsabili dell'attentato a Bruxelles, il premier vola sull'estremo lembo d'Italia, «più a Sud di Tunisi». Perchè Lampedusa, spiega, può insegnare all'Ue a «restare umana». È un monito a «non far finta di niente di fronte alle grandi emergenze del nostro tempo».

Ed è l'occasione per ribadire che la risposta alle paure non è chiudersi, trincerarsi dietro muri e frontiere. Lampedusa si prepara alla bella stagione, che potrebbe portare una nuova ondata di sbarchi dalla Libia. Centinaia di migliaia di persone - è l'allarme lanciato appena ieri dal ministro della Difesa francese - sono in attesa di partire dalle coste libiche. E nelle parole dei cittadini che Renzi incontra in un'assemblea pubblica nel municipio dell'isola, emerge la preoccupazione per le notizie che giungono da Tripoli, insieme all'invito al governo a non abbandonare la linea di prudenza seguita finora su un possibile intervento: la guerra, vista da qua giù, fa più paura. «Ma il problema principale per noi non è il soccorso a centinaia di migliaia di persone, perchè si può benissimo sopravvivere se ci si organizza bene», sottolinea il sindaco Giusi Nicolini, che non si stanca di ripetere che non sono terroristi le persone che arrivano stipate sui barconi, ma uomini, donne e bambini che sfidano il mare a rischio della vita per fuggire da povertà e guerre. Ai lampedusani che cercano di aiutarli, spiega allora il sindaco, «quel che serve è ridurre la distanza e la marginalità dall'Europa».

Sentirsi meno soli, sia nei giorni dell'emergenza, che nel quotidiano. A questa richiesta dà ascolto Renzi: dal campetto di calcio ( dove il premier annuncia che la serie B sta lavorando con il comune per campo nuovo di zecca, i cui lavori cominceranno in autunno)) alle esigenze dei pescatori, dalla continuità territoriale fino alla zona franca che «l'Europa dovrebbe concedere» a mò di «restituzione» per quello che fanno gli abitanti dell'isola. Il premier assicura il sostegno del governo. E fa tappa alla spiaggia dei conigli e all'opera che simboleggia la porta d'Europa, per ricordare soprattutto ai turisti stranieri che Lampedusa è anche «uno dei luoghi più belli d'Europa». Ma è sul messaggio politico di accoglienza e richiamo alla responsabilità dell'intera Ue, che il presidente del Consiglio prova a tornare, sia pure senza allarmismi sulla imminente stagione degli sbarchi. Perchè fatica a concretizzarsi una risposta europea all'emergenza migranti, così come una reazione con strumenti comuni alla minaccia terroristica.

E allora la data scelta per la visita a Lampedusa non è casuale: il 25 marzo del 1957 fu firmato a Roma il trattato istitutivo della Comunità europea.
Oggi, 25 marzo, bisogna ricordarsi, sottolinea Renzi, dei valori che ispirarono i fondatori della Cee. «Guai a pensare che bastino risposte superficiali: compito dell'Europa è tenere insieme la nostra identità con i nostri valori. Questo a Lampedusa lo sanno fare perfettamente: qui si sono salvate migliaia di vite, qui ci sono i protagonisti di Fuocammare», il film che ha vinto l'Orso d'oro a Berlino e che Renzi ha regalato a tutti i colleghi stranieri. «È questo il cuore dell'Italia e dell'Europa: i lampedusani - afferma Renzi - insegnano a tutti quello che va fatto con grandi valori umanitari».
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