Migranti, Renzi: «No all'Europa dei muri. Ma i rimpatri non devono far paura. Giusta via tra paura e buonismo»

Migranti, Renzi: «No all'Europa dei muri. Ma i rimpatri non devono far paura. Giusta via tra paura e buonismo»
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Mercoledì 24 Giugno 2015, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 25 Giugno, 10:12

«La sinistra non deve avere paura del concetto di rimpatrio». Lo ha detto il premier Matteo Renzi parlando in Senato della gestione dei flussi migratori nelle comunicazioni all'Aula del Senato sul Vertice Ue che inizia domani.

«È molto difficile gestire la questione immigrazione trovando la giusta via tra il pericolo e una soluzione che non sia un cedimento al buonismo e superficialità», ha rilevato Renzi.

«Oggi rischiamo il muro fisico tra Ungheria e Serbia, per questo dobbiamo insistere sull'allargamento perché è un disegno organico lasciato a metà», ha proseguito il premier. «Non è possibile lasciare la Serbia e l'Albania in una situazione di tensione.

Dobbiamo evitare il ritorno dei muri, noi che abbiamo visto l'Europa che i muri li buttava giù», ha sottolineato il premier.

La questione immigrazione «finalmente è una priorità nell'agenda politica europea», ha continuato il premier. «Ci sono 2 strade» attraverso le quali affrontare il problema, «quella dello scontro politico - ha detto - perché possiamo scegliere di stare in campagna elettorale permanente, oppure possiamo scegliere di affrontare la questione in modo strutturato».

«Possiamo giocare a rinfacciarci il passato, è facile anche qui, è facile risalendo la china degli accordi, a partire da Dublino. È facile farlo anche a parti invertite. Ma se si pratica questa strada si dice implicitamente che il tema non è emergenza», ha detto ancora Renzi.

La scadenza per il negoziato sul debito della Grecia non è entro il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell'Unione Europea che inizia domani, ma alla fine del mese, ha poi sostenuto Renzi aggiungendo: «Con Atene ci vuole chiarezza: il governo deve sapere che esiste una fortissima pressione da parte dell'opinione pubblica di alcuni Paesi per utilizzare questa finestra per chiudere i conti con la Grecia, per eliminare una volta per tutte la questione della presenza della Grecia nella zona euro».

«Se oggi l'Italia è nelle condizioni di non essere più sul banco degli imputati, questo si deve non a fenomeni magici provenienti dall'esterno, ma all'attività parlamentare: il vero fondo salva Stati è stata la capacità di fare le riforme strutturali», ha poi affermato Renzi. «Le riforme strutturali sono state la clausola di csalvaguardia che permette all'Italia oggi di stare al sicuro in un momento di turbolenza finanziaria in Europa», ha aggiunto il premier.

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