Renzi: «L'Isis una sfida al cuore dell'Europa: non resteremo fermi fino al prossimo attentato»

Renzi: «L'Isis una sfida al cuore dell'Europa: non resteremo fermi fino al prossimo attentato»
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Mercoledì 16 Dicembre 2015, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 11:01
«Tutti noi siamo impegnati a contrastare Daesh e la sua azione di morte che esso persegue in tutto il mondo, ma se se siamo leali con la nostra coscienza dobbiamo dire che gli attentati del 13 novembre pongono una sfida al cuore dell'Europa, sono un atto di morte che ha suscitato e seminato morte». Lo dice il premier Matteo Renzi parlando alla Camera sul Consiglio Europeo.

«Il prossimo Consiglio Europeo si colloca come primo appuntamento ufficiale dopo i terribili fatti Parigi . Credo che possiamo essere seri con noi stessi e con l'Europa se al di là dell'ordine del giorno saremo in condizioni di cogliere l'occasione per riflettere su una risposta corretta da parte dell'Europa. La reazione umana, comprensibile, ragionevole ha portato da parte di molti a chiedere una implementazione militare».

Quello della sicurezza in Italia è «un nodo nevralgico» su cui - spiega - bisogna investire a partire dalla «cyber-security» e dal rafforzamento della presenza delle forze dell'ordine sul territorio. In questo quadro, il premier auspica una strategia europea a tutto campo, e non solo dei singoli paesi. La politica di sicurezza dell'Italia è stata raccontata con «superficialità»: «Non è che se ci sono 4 Tornado in più o in meno che cambia la politica militare di un Paese», ha aggiunto il premier sottolineando che una politica estera e militare seria «non si fa sulle emozioni del momento, ma avendo un respiro strategico».

«Sicurezza, diplomazia militare, consapevolezza di essere una grande Paese.
Devono essere la caratteristica di qualsiasi governo e Parlamento. Domani, dopodomani, dopodomani ancora ci saranno altri governi. Ma deve restar forte la consapevolezza che l'Italia è l'Italia e non il Paese dei balocchi che qualcuno vuol far passare per motivi di strumentalizzazione interna».


«Non è immaginabile che nascano dal niente le missioni, senza un disegno ed una strategia, che si condividano notizie dell'intelligence e poi si rimane fermi ad aspettare l'attentato successivo». «Il 13 novembre a Parigi dei cittadini europei hanno ucciso altri cittadini europei e chi ha ucciso è intriso di un radicalismo selvaggio che va combattuto alle radici non solo con i bombardamenti ma anche lavorando pancia a terra nelle nostre periferie». «Quando si sente un Imam che dice di odiare la musica, bisogna avere il coraggio di dire che la musica, come la cultura, è un elemento della nostra identità. Per ogni euro speso per la sicurezza si deve spendere un euro per la cultura», ha aggiunto.


 
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